L’Italia chieda scusa a Balotelli
Mario Balotelli dell’etichetta di bad boy, di cavallo pazzo, di giocatore inaffidabile, difficilmente riuscirà a liberarsi nella sua vita. Ha stampate addosso le stimmate del campione, in quegli occhi profondi la stessa dose di follia che lo ha reso allo stesso tempo diverso e maledetto.
Se non fossimo in Italia, però, di Mario Balotelli non ci saremmo liberati così presto. Lo avremmo protetto con maggiore cura. Non siamo un popolo orgoglioso. Non lo siamo più da troppo tempo. E su quel ragazzino che avrebbe dovuto portarci in alto abbiamo sfogato la rabbia per la nostra inadeguatezza, quando non ce l’ha fatta.
Ne abbiamo avuto riprova non qualificandoci al Mondiale 2018. Siamo stati capaci di dilapidare l’identità sportiva del Paese. Abbiamo preferito perdere la faccia piuttosto che tornare sui nostri passi, ammettere che, più di Insigne, l’unico giocatore con i colpi per risolvere i nostri problemi fosse lui. Proprio lui. L’esiliato, il reietto, Mario Balotelli.
Lui che nel frattempo se n’è fatto una ragione. Anzi no. Continua a lanciare proclami anche dalla Francia. Dice che per lui la Nazionale è altra cosa rispetto al resto. Sente l’orgoglio di quella cosa chiamata Patria. E non da oggi, non da ieri. Da sempre. Da quando faceva notizia la mancata esultanza dopo i gol. Balotelli ripeteva: “Esulterò alla finale del Mondiale“. Mario all’Italia ci tiene, al punto di voler far sapere a Matuidi che non tutti, a queste latitudini, sono come quelli che lo hanno fischiato per il colore della pelle. Lo dice lui sì, lui, Balotelli. Lo stesso Balotelli che venne insultato persino a Coverciano, da un manipolo di ragazzini ignoranti per lo stesso motivo.
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Adesso che Balotelli ha messo da parte le cosiddette “balotellate“, che è padre responsabile e innamorato di due figli, che segna più di Neymar – il giocatore più pagato della storia del calcio – è all’altezza di una convocazione in Nazionale? Siamo senza c.t., senza un presidente della FIGC, senza obiettivi a breve termine come gruppo. Necessitiamo forse di un bagno d’umiltà generale tutti. Porgiamo le nostre scuse a Balotelli. E se le accetta che ci aiuti a risalire la china. A ritrovare il tempo perso. A sentirci ancora Italia.