Erdogan schiaffeggia Macron: il Sultano non prende ordini da Napoleone

 

Agita il dito, Erdogan. Nessuno pensi di poter parlare a quel modo, davanti al Sultano.

Si rivolge ai parlamentari del suo partito. E loro applaudono, ogni volta che la sua invettiva si interrompe, quando la pausa sottolinea che è arrivato il momento di farlo.

Cosa dice la platea? Applaude convintamente. Forse deve farlo. Ma poco importa, perché applaude. E certifica l’immagine di un sovrano mitizzato, di un regnante che non accetta consigli, neanche da un capo di stato come Emmanuel Macron.

Ma chi sono mai questi francesi? E chi crede di essere questo novello Napoleone Bonaparte, per parlare così al mio cospetto? Non lo nasconde il suo fastidio, Erdogan. Prova un certo piacere nel rimarcare che col giovane dominus di Francia ha usato toni bruschi, che lo ha fermato quando dalle sue labbra sono uscite parole “strane“, prospettive inconciliabili col suo volere, accordi coi curdi che lui considera terroristi, con una Francia a fare da intermediaria per un dialogo che coinvolga ufficialmente la “sua” Turchia.

Macché. Il Sultano ordina, non parla. Pensa a se stesso come ad un semi-Dio, e l’essere sopravvissuto ad un colpo di Stato lo ha rafforzato in questo convincimento. Così nessuno, neanche Macron, il giovane leader che vuole guidare l’Europa, può permettersi di dirgli cosa fare coi curdi. Ad Afrin, ormai da settimane, ha dato il via ad una guerriglia ribattezzata “ramoscello d’Ulivo“. Vuol portare a suo modo la pace, Erdogan. Ma solo per sé e per il suo popolo. Non per gli altri.

E mai acconsentirà che all’enclave curda venga dato un riconoscimento, una parvenza di territorio con dei confini certi: perché rappresenta un pericolo, una minaccia alle porte di Ankara. Ed Erdogan, dal luglio in cui ha rischiato di morire, ha smesso di porre fiducia in qualcuno che non sia lui. Si limita ad eliminare il dissenso: coi professori, i giornalisti, gli attivisti. Il Sultano semina la paura per raccogliere il rispetto.

Così, in tono sprezzante, domanda: “Chi siete voi per parlare della mediazione fra la Turchia e un’organizzazione terroristica? Da quando in qua la Turchia si siede a un tavolo con un’organizzazione terroristica? La Francia sta andando molto al di là dei limiti“.

Sfida l’Occidente, tiene in pugno l’Europa, che da un momento all’altro potrebbe vedersi invasa dai profughi siriani che Erdogan ha accettato di tenere all’interno dei suoi confini.

Ma intanto schiaffeggia Macron. Il Sultano non prende ordini. Neanche da Napoleone.

Un commento su “Erdogan schiaffeggia Macron: il Sultano non prende ordini da Napoleone

  1. Molto stringente la tua narrazione di questo “unto” , a modo suo, del signore suo dio. Che non è Allah, ma il suo IO spropositato, anche per una Turchia che ATTUALMENTE tiene sotto il tallone!

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