Salvini-Berlusconi, sarà divorzio: e il popolo dirà chi ha tradito
I fotografi al Quirinale preparino la messa a fuoco degli obiettivi, valutino per tempo le diverse angolazioni, i giochi di luce che rendono meglio. Si tengano pronti, insomma, che un momento del genere non ricapiterà: spetterà a loro scattare l’ultima foto del centrodestra unito.
Ne sono consapevoli tutti, da Meloni a Salvini, passando ovviamente per Berlusconi. Un finale inevitabile, tristemente scontato, che si è scritto la notte del 4 marzo in due passaggi: il mancato raggiungimento del 40% necessario a governare e il sorpasso di Salvini ai danni di Berlusconi. Su quest’ultimo punto, però, un retroscena regala un sorriso amaro.
Perché sono in tanti a scommettere che se fosse arrivato primo Berlusconi, Salvini non c’avrebbe pensato un attimo ad andare al governo con Di Maio, ufficialmente “in nome del cambiamento” e per “uscire dallo stallo“. Dopo essersi ritrovato tra le mani il centrodestra, però, lo schema è cambiato. Salvini non ha potuto tradire se stesso.
Piuttosto sta cercando il modo di farsi lasciare. Come un marito e una moglie che non si amano da tempo. E se lo urlano in faccia da mesi. Ma nessuno che decida di fare le valige e andarsene. Nessuno che decida di sbattere la porta di casa alla fine dell’ennesimo litigio. Per il bene dei figli, dicono. O forse per non dover sborsare l’assegno di mantenimento.
Però arriva un momento in cui il matrimonio si spezza. Quando uno dei due non ne può più delle imposizioni dell’altro, quando non accetta ciò che il partner è diventato, allora neanche la mediazione dell’amica storica (in questo caso Meloni) basta più a tamponare l’emorragia.
Il rapporto finirà a breve. E come ogni addio sarà doloroso per entrambi. La ferita perde da troppo, è infetta. Uscirà sangue a fiotti. Ma intanto gli ex innamorati si concederanno un ultimo tentativo (le consultazioni con Mattarella) per provare a salvare il salvabile, un esperimento nel quale non credono nemmeno loro. Ma che sarà fatto, ufficialmente per non lasciare nulla di tentato.
Sarà divorzio, però. E a stabilire chi ha tradito un unico giudice: il popolo del centrodestra. Il frutto legittimo di un matrimonio destinato a finire.