L’azzardo di Salvini: farsi lasciare da Berlusconi e sperare in Di Maio

I piatti non volano solo perché sono distanti. Gli insulti neanche, perché a dividerli ci sono troppi anni e ancora un po’ di rispetto. Ma se soltanto Salvini e Berlusconi potessero dirsi tutto ciò che pensano dell’altro verrebbe fuori tutto il rancore che un matrimonio d’interesse ha nascosto sotto al tappeto.
Il leader della Lega è furioso. Ha capito che Silvio cerca il pretesto per far saltare l’accordo col Movimento. Ma nemmeno nei confronti di Di Maio è tenero: se solo avesse accettato di rinunciare alla premiership pure Forza Italia avrebbe dovuto adeguarsi…
Dall’altra parte c’è un Berlusconi a cui un mese da comprimario ha già fatto venire il voltastomaco. “Sono disgustato“, ripete in Molise. Non capisce come Salvini possa fidarsi del M5s, come possa decidere di chiudere al dialogo col Pd per privilegiare quello con “gente che non ha mai lavorato nella vita“.
Ma stavolta forse il filo si è spezzato davvero. Mai Salvini aveva detto così chiaramente:”Berlusconi sbaglia“. E per l’uomo che negli ultimi 24 anni è stato fondatore e leader del centrodestra, accettare lezioni da questo giovinastro senza esperienza è quanto meno umiliante.
Eppure la sensazione è che in questo apparente non riuscire a trattenersi più, in questi continui litigi davanti alle telecamere, vi sia non una malcelata insofferenza, quanto un modo per accorciare l’agonia di un rapporto personale mai realmente decollato e quindi destinato a precipitare.
Vogliono lasciarsi, insomma. Resta solo da capire come. E qui sta il nuovo azzardo di Salvini, che dopo aver tentato la strada delle consultazioni con la Casellati, adesso ha deciso di scendere in campo da solo. Da solo sì, non come centrodestra.
Vuole un pre-incarico da Mattarella, lo descrive come un sacrificio, evidenziando che il rischio di bruciarsi è alto, ma è anche l’unico modo per cui può sperare di andare al governo, ormai.
Di certo non si può dire che gli manchi la fantasia: andare in Parlamento come Matteo Salvini, leader della Lega e chiedere i voti a chi ci sta. E se Di Maio, pur di escludere Berlusconi dalla partita, votasse un governo Salvini? A quel punto sarebbe Silvio, a denunciare l’inciucio. Ma formalmente sarebbe Forza Italia a lasciare la Lega. E il M5s a votare Salvini.
Tutti felici e contenti, insomma. Salvini a fare il premier, Berlusconi nuovamente con le mani libere e il M5s al governo. Tutti tranne Di Maio: perché se non rinuncia alla premiership lui…allora Salvini si schianta.