Maggio 12, 2018

Berlusconi torna eleggibile: e adesso?

 

Per anni ha guardato a Strasburgo, aspettando che prima o poi la Corte Europea dei diritti dell’Uomo gli restituisse “l’onore perduto“.  Ma la gioia più grande degli ultimi anni di vita di Silvio Berlusconi arriva da Milano, la fine di un incubo che ha sempre definito “un colpo di Stato“.

Ma il paradosso, per una sentenza arrivata pure in anticipo rispetto ai tempi, è quello di un ritardo colpevole di 48 ore che rischia di cambiare la storia d’Italia.

Perché ad Arcore, mentre arrivano le telefonate di felicitazioni di tutti i parlamentari di Forza Italia, ringalluzziti all’idea di riavere finalmente un leader spendibile, il tarlo è principalmente uno: se solo avessero deciso mercoledì…

Il giorno in cui ha dato il via libera a Salvini per fare il governo con Di Maio. Il giorno in cui per la prima volta dal 1994 ha temuto di andare al voto, ha avuto paura che gli italiani gli dicessero “Silvio, stavolta è finita“.

Ma oggi che è tornato candidabile, oggi che può addirittura sperare di tornare a Palazzo Chigi, quella prospettiva di un voto a luglio agli occhi del vecchio leader è tornata ad essere intrigante, auspicabile in maniera quasi urgente.

Berlusconi, lo stesso che si era spiegato il sorpasso di Salvini in questo modo: “Il problema è che non sono candidabile“, oggi è quasi un uomo nuovo.

Spera nell’autogol di Lega e M5s. Al telefono ripete che è pronto a tornare a votare.

Non si tiene. Si sente di nuovo il più forte. Berlusconi è tornato.

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