Berlusconi, molla Salvini

 

Usa un videomessaggio vecchio stile, per tornare a farsi vivo. Berlusconi non è cambiato: è ancora quello del ’94. E a Salvini e Di Maio, ai giovani diarchi che vanno avanti a colpi di dirette Facebook, oppone un contenuto studiato nei dettagli, fornendo il primo atto da vera opposizione al governo appena nato.

La frase più importante la pronuncia dopo 5 minuti di discorso: “O noi, o loro“, rendendo ufficiale la spaccatura che ogni elettore di centrodestra ha percepito nel momento stesso in cui Salvini ha dato il via al dialogo coi 5 Stelle. Ed è nel leit motiv di un’epopea durata 25 anni, nel referendum perpetuo “o di qua, o di là“, che giunge a maturazione la consapevolezza di Berlusconi che dall’alleato leghista ci si dovrà prima o poi separare.

Magari dopo le amministrative, quasi sicuramente in vista delle Europee del 2019. E non è un caso che Berlusconi scandisca a chiare lettere “noi siamo per l’Europa“. Perché c’è modo e modo di imporsi a Bruxelles, è convinto il Cavaliere: a dirla tutta il primo vero euroscettico d’Italia. Ma estremista no, disfattista mai.

Allora eccola, la scommessa di Silvio. L’ennesima di una vita che negli ultimi anni sta affastellando troppe sconfitte, per uno abituato a vincere sempre. Salvini fallirà.  Agli Interni non riuscirà a mantenere tutte le sue promesse sui migranti. E soprattutto in materia fiscale non riuscirà ad applicare le politiche del centrodestra.

Per questo motivo Berlusconi può provare a smarcarsi. Con calma, senza urlarlo troppo forte, perché non venga attribuita a lui la frattura nella coalizione che è già nei fatti.

Perché restare nel grigiore sta convincendo anche i berlusconiani di ferro a guardarsi intorno, perché ci sono milioni di italiani che a sinistra non voteranno mai, ma neanche si riconoscono nella dialettica estremista di Salvini, perché il gregariato nulla ha a che fare con la narrazione di un ventennio.

Ci vorrebbe un Berlusconi. Ma in assenza di eredi vale ancora l’originale.

Silvio, mollalo.

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