Grillo delira sull’ILVA. E il problema è che ora comanda

 

Non si scherza sul futuro delle persone. Non è più tempo di “vaffa Day”, di Maalox dopo elezioni perse. Beppe Grillo, se ancora non lo avesse capito, è il leader morale e il fondatore del partito di maggioranza al governo. Per questo motivo non può permettersi di trattare con superficialità e arroganza un tema delicato come quello dell’ILVA.

Ne parla profilando una possibile “riconversione”, prospettando una bonifica dell’impianto siderurgico più grande d’Europa da tradursi magari nella nascita di un “parco archeologico”. Ma Grillo il visionario questa volta è andato fuori tema. Vagheggia di un modello ILVA sullo stile della Ruhr, in Germania. Ma i sogni, in politica, devono fare i conti con la realtà. Sempre.

C’è un investitore, Mittal. Un colosso indiano che ha deciso dopo diverse controversie di accettare la sfida pugliese. Chiudere l’ILVA significherebbe condannare 20mila lavoratori alla disoccupazione, oltre che certificare che al Sud fare industria è impossibile. Riconvertirla vorrebbe dire un salto nel vuoto. Proprio quello che migliaia di famiglie non possono permettersi.

Salvate l’ILVA. E mettete fine a questi deliri.

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