Salvini sarà il nostro Trump: finiremo per togliere i figli ai genitori

 

Per la retorica made in Salvini l’approdo finale è un Paese modello Trump. L’uomo che ha vinto le elezioni Usa sulla promessa di un muro al confine col Messico, lo stesso che in questi mesi ha separato 2000 bambini dai genitori con la scusa della “tolleranza zero” sull’immigrazione.

Lo ricordano tutti, Salvini a Philadelphia, posare per una photo oppurtunity che Trump avrebbe poi rinnegato. Fu l’occasione per copiare il font dei cartelli elettorali che negli Usa recitavano “Make America Great Again” da noi “Prima gli italiani” e “Salvini premier”.

Ma la passione per Trump e quel suo modo di fare politica parlando alla pancia delle persone non si è estinto con l’andata al governo. Donald ha dimostrato che si possono attuare le promesse più impensabili. Anche quelle sbagliate. Così Salvini, preso possesso del Viminale, è alla continua ricerca di un nemico da asfaltare, nell’attesa di capire se realmente userà la ruspa.

Oggi è la volta delle navi Ong, che secondo il ministro sono parte del business dei migranti, lo stesso da cui però drena voti. Ma una volta arginata o sconfitta l’influenza delle organizzazioni non governative, dove volgerà lo sguardo il leader della destra (senza centro) italiana?

Il prossimo passo potrebbero essere direttamente i migranti, senza la rete di protezioni delle navi e degli sbarchi. Perché quando in inverno gli italiani smetteranno di guardare le cartine nautiche, quando vedranno passeggiare per le loro vie gli “stranieri” che qui sono arrivati prima della stretta sui porti, cosa chiederanno a Salvini se non la “testa” dei richiedenti asilo?

E quale misura più popolare, per Matteo, se non quella di mandare in gattabuia  i migranti, “colpevoli” solo di scappare dall’Inferno?

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