Maggio 5, 2019

L’onore delle armi

C’è il mito che barcolla. Quello dell’uomo che voleva vivere fino a 120 anni. Dell’indistruttibile Silvio, l’immortale con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Per qualche ora il suo domani è stato incerto, coi medici del San Raffaele – Zangrillo in testa – dubbiosi sul fatto che il fisico di un 82enne fosse in grado di reggere un intervento complicato in anestesia generale. Ha avuto paura, Silvio. Molta. Ma alla fine è andata pure questa. E Berlusconi ne è uscito come ciò che è sempre stato: uno incapace ad arrendersi, anche quando la logica suggerirebbe il contrario.

Ora è chiaro che il Berlusconi politico ha avuto le sue colpe, è evidente che l’Italia che ha lasciato non è quella che ha promesso nel ’94, ma lo è pure che rispetto ad una stagione di nani politici la sua figura esce fuori come quella di un gigante.

Si è pensato per anni – a torto – che Berlusconi fosse il male assoluto, il Diavolo da eliminare dalla faccia della Terra, se possibile anche fisicamente. Si è scelto – sbagliando – di fomentare l’odio, di demonizzare l’avversario dipingendolo come il peggio esistente in politica. Si è preferito parlare dei suoi errori, piuttosto che dei propri valori. Si è in questo modo preparato il terreno all’ascesa dell’anti-politica e dei populisti, si è seminato l’odio e l’ignoranza che oggi raccogliamo.

La definizione migliore di Silvio Berlusconi, oggi, sta in una domanda. Quella che gli ha fatto il suo medico dopo l’intervento: “Ma chi te la fa fare?“. Non c’è motivo logico perché un uomo con la sua storia e nelle sue condizioni decida di sbatacchiarsi da una parte all’altra in cerca di voti. E chi parla della necessità di difendere le aziende non conosce la solida realtà di Mediaset. Non c’è amico fidato che abbia rinunciato a sconsigliarlo dal candidarsi, consapevole che il rischio di un tonfo è lì, dietro l’angolo, il pericolo di una fine poco gloriosa fin troppo concreto.

Ma è lì che sta, nell’atto di disobbedienza ai figli che gli chiedono di mettere davanti la salute, nella scommessa che Forza Italia supererà il 10%, l’essenza dell’uomo di Arcore. Uno che uscendo di scena meriterà comunque un plauso al coraggio, pure dai nemici di sempre. L’onore delle armi.

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