Luglio 13, 2019

Salvini, Savoini e il manuale dell’amante

Non bastano montagne di foto, video, audio per convincere Matteo Salvini ad ammettere che Gianluca Savoini non era un imbucato nella delegazione della Lega in Russia. Come recita il manuale del traditore perfetto il mantra è solo uno. Quando vieni scoperto a letto con l’amante puoi fare soltanto una cosa: negare, negare e ancora negare. Poi spetta all’altro, in questi caso agli italiani, decidere se crederti o meno, se pensare che l’amante si sia intrufolata nel letto a tua insaputa mentre dormivi, o farsi due domande, chiedersi se per caso quella sera non eravate proprio in due…

Perché alla fine il punto è questo: Salvini, davvero, risulta alle volte simpatico. Ha ottimi tempi comici, le sue dirette Facebook strappano più di un sorriso, è un’abilità che gli va riconosciuta. Non abbiamo il dente avvelenato. Il problema, però, è che non paghiamo Salvini per essere Crozza. Non deve farci ridere. E quando il ministro dell’Interno viene associato ad un’inchiesta potenzialmente molto grave come quella suggerita dagli scoop de “L’Espresso” e di “BuzzFeed” non può essere normale che tutto si limiti ad un “mai preso un rublo o un litro di vodka”. Quando ti rendi conto che il vicepremier di un grande Paese come l’Italia si difende chiamando in causa Masha e Orso, quando gioca allo scaricabarile su Savoini (d’altronde è il governo delle manine), quando non è in grado di mostrare la serietà che si addice ad un leader di fronte ad una questione seria, a quel punto c’è necessità di farsi qualche domanda.

Vogliamo votare il più abile sui social, il battutista più acuto, il personaggio più simpatico del momento, l’influencer più portato? Vogliamo perdonargli tutto, anche un presunto caso di corruzione internazionale che riguarderebbe il suo partito, soltanto perché è Salvini, perché in fondo sembra proprio uno di noi, perché ci fa ridere e sorridere? Se la risposta è sì, indipendentemente da tutto ciò che deriverà dall’inchiesta della Procura di Milano, è evidente che abbiamo un problema: non abbiamo capito che tra Savoini e Salvini, ci siamo pure noi.

Chi l’avrebbe detto che un giorno ci saremmo ritrovati a dire “prima gli italiani”…

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