Agosto 16, 2019

Quel che Salvini non è più

Persa la sicumera, smarrita la bussola, mai posseduta l’onestà intellettuale, Matteo Salvini vaga nella giungla della politica italiana con aria spaurita. Si guarda intorno, si domanda cos’è andato storto, quale sia il dettaglio che non ha considerato abbastanza, ponderato il giusto. Ma se una cosa è certa in questa crisi così incerta, così avvitata su sé stessa, è che Matteo Salvini non ne uscirà allo stesso modo di come ne è entrato.

Il leader infallibile, ineffabile, inafferrabile nei sondaggi: tutto questo non c’è più. Il padrone dei mari e dei porti, il dominus dell’immigrazione, il truce che infligge sofferenze indisturbato? Sconfessato dal Tar del Lazio, vittima del suo stesso provvedimento, poiché ogni divieto bisogna motivarlo e allora succede che ci “deve pur essere un giudice in Italia“. Sì, ogni tanto c’è.

Il tattico, lo scacchista, lo stratega? Scomparso, spiazzato, messo all’angolo da una manovra di Renzi che non si può non definire come un misto di sfacciataggine e incoerenza, ma allo stesso tempo manifesto di acume politico, giocata da fuoriclasse vero, colpo di talento puro.

Senza riferimenti, non più padrone del proprio destino. Strano, per chi chiedeva per sé pieni poteri. Matteo Salvini ha annusato la brezza dell’imbattibilità, se n’è fatto ammaliare, gli ha dato alla testa. L’ha persa. E ora, dall’uomo che sosteneva di non esser nato per tirare a campare, sentire la frase “il mio telefono è sempre acceso” sa un po’ di resa, di sconfitta. Leggere le dichiarazioni secondo cui serve “un esecutivo con ministri dei sì”, accontentarsi insomma di un rimpasto (questo è) dopo aver detto che “la Lega non vuole una poltrona in più”, vuol dire ridurre la partita per l’Italia alla crociata contro Toninelli. Con tutto il rispetto. Dà il senso della farsa, della fine.

Significa scoprirsi vittima del proprio ego, ridimensionato dalla realtà. E in ogni caso diverso. Di certo come politico. Ma forse anche come uomo.

Un commento su “Quel che Salvini non è più

  1. Analisi giusta, direi che gli errori di Salvini portano ossigeno sia ai 5*che al Pd,questi due raggruppam.hanno qualche opzione in più,perché sia Renzi che Grillo,vero capo dei 5*hanno più opzioni e per certi versi anche Zing.con la parola unità ha migliorato la sua statura.
    Salvini ha fatto tutto da solo, i 5S e prima di loro Renzi,modestamente anch’io,hanno capito che si toglie il M.D.I a Salvini si rientra in una dialettica normale e i sondaggi che hanno dato alla testa a Salvini si sgonfiano.
    Conte ne esce molto bene,pulito e più determinato,anche a lui ha fatto bene la mossa di S.Chi vivrà,vedrà.

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