Dicembre 11, 2019

Il Sultano si prende la Libia. Il Conte dorme

I fatti che contano, da un po’ di tempo a questa parte, succedono fuori dai nostri confini. L’Italia è impantanata da settimane in una discussione dai tratti assurdi. Si parla del Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, come fosse una rivelazione destinata a cambiare le sorti del Pianeta. Che so? La scoperta di una nuova civiltà aliena! La verità è che questa vicenda ha denunciato i limiti del governo e dell’opposizione. Da una parte un esecutivo che per un po’ di tempo ha perso di vista l’interesse nazionale. Dall’altra un’opposizione che ha perso l’occasione per mostrare serietà e si è piegata alla propaganda sovranista fatta di accuse insensate di “alto tradimento” paragonabili per ridicolaggine soltanto alla richiesta di impeachment a Mattarella firmata Luigi Di Maio. No, non siamo in Italia: siamo nel Surrealistan.

Il Sultano si prende la Libia. Il Conte dorme

Nel frattempo, là fuori, hanno capito che l’Italia è troppo presa dalle sue battaglie interne per pensare ad una guerra vera. Chi ne approfitta? Un certo Erdogan. Di mestiere fa il Sultano. Prima lo faceva soltanto in Turchia. Ora ha compreso che la Divisione Europea (ma quale Unione?!) è così debole da poter azzardare qualsiasi mossa. Perché ha questa certezza? Perché l’Europa gli ha consegnato le chiavi dei cancelli al confine (e per questo lo ha anche pagato profumatamente) ed Erdogan sa che mai come in questa fase storica lo spettro dell’immigrazione è l’incubo dell’Occidente e delle sue classi dirigenti perennemente in ricerca di consensi. Per evitarla, contenerla, allontanarla, sono disposte ad accettare più o meno tutto.

Questa premessa è d’obbligo per approcciare al capitolo Libia, dove la situazione sta letteralmente precipitando. Come sempre accade in (geo)politica i vuoti vengono colmati in fretta. L’Italia in Libia non ha saputo difendere i suoi interessi nazionali (di nuovo). Ha inizialmente scommesso su Serraj, poi ha temuto che il generale Haftar lo spazzasse via nel corso di pochi giorni e a quel punto è rimasta a guardare sperando in una soluzione diplomatica calata dal cielo. Risultato? Erdogan si è inserito in Libia firmando un memorandum d’intesa con Serraj che non solo estende la giurisdizione turca su parte del Mediterraneo (da Mare Nostrum a Mare Lorum) ma soprattutto prefigura la possibilità di uno scontro militare. Nota a margine: la Turchia è il secondo esercito della Nato, secondo solo agli Usa. Perché ribadiamo questo concetto? Leggete che ha detto il Sultano: “Se la Libia dovesse chiedere assistenza militare, la Turchia prenderà una decisione in merito in modo indipendente. Non chiederemo il permesso a nessuno“. Domanda: dov’è la Nato? Altra domanda: secondo voi Serraj a chi preferisce affidare le proprie sorti? Al Sultano che gli promette protezione o al Conte che dorme?

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