Febbraio 19, 2020

Il nemico del mio nemico è mio amico

In guerra il nemico del mio nemico è mio amico. Questo proverbio descrive la relazione attuale tra Matteo Renzi, Giuseppe Conte e Matteo Salvini. L’ordine in cui sono stati scritti i nomi non è casuale. Non è alfabetico, non segue una regola d’anzianità. E’ più che altro illustrativo della condizione in cui si trova oggi il Presidente del Consiglio: in mezzo ai due “Matteo”, col rischio concreto di esserne schiacciato.

In Parlamento in queste ore hanno tirato fuori il pallottoliere. Al di là delle smentite, delle dichiarazioni del governo che si preoccupa di dire che è preoccupato solo a non fare preoccupare gli italiani lavorando sui problemi veri (quelli fuori dal Parlamento), la realtà è che le frenetiche attività si concentrano tutte sul “chi ha davvero i numeri”, dentro il Parlamento. Può sembrare uno scioglilingua, ma per chi è chiamato a fare i conti, a valutare l’affidabilità della parola di questo o quell’altro senatore è più che altro un rompicapo. Da questi calcoli deriva la strategia dei leader. Siamo nel pieno di una mano di poker: qualcuno ha il punto, altri fingono di averlo, altri ancora ne sono certi ma sbagliano. La verità si conoscerà soltanto allo showdown: giù le carte, non prima.

Ma se l’esito della “crisetta”, copyright di Ettore Rosato, non può essere previsto fino a quando non si capirà se esiste un manipolo di (ir)responsabili pronto a soccorrere la maggioranza in caso di strappo renziano, qualcosa si può cercare di anticipare: la tattica degli attori in gioco.

Conte tenterà lo stesso schema utilizzato con Salvini in agosto: cercherà di portare in Parlamento la crisi, nel tentativo di disinnescarla. Renzi giocherà dentro e fuori dai Palazzi: l’ospitata a Porta a Porta va interpretata con il desiderio di (ri)prendersi la scena. Ma la partita decisiva si giocherà in Senato. Finora Renzi ha fatto intendere di avere buone carte, se bluffa lo sa soltanto lui. Salvini in questo momento dovrebbe tacere, ma non gli riesce. Rischia di tirarsi l’ennesima zappa sui piedi: ogni parola pronunciata sulla crisi allontana la crisi. Perciò quando da Napoli invita Renzi a staccare la spina del governo “per dignità” fa un dispetto a se stesso. Conte è nemico di Salvini. Ma è anche nemico di Renzi. Bisogna avere la lucidità di ricordare: in guerra, il nemico del mio nemico è mio amico.

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