Marzo 11, 2020

Ora Borrelli faccia un passo di lato

Ad Angelo Borrelli non vogliamo del male. Anzi. A lui ci siamo affidati in questa prima fase dell’emergenza coronavirus, non conoscendone le capacità, nella speranza che dalla sua bocca uscissero non tanto parole rasserenanti, ma quanto meno sicure sulla strada da intraprendere per uscire da quest’oscuro tunnel. Abbiamo aspettato, ci siamo morsi la lingua, ci siamo detti che non è facile per nessuno gestire un Paese come l’Italia in una situazione simile.

Adesso però è arrivato il momento di quello che in politica si chiama “cambio di passo”. Un po’ come dire che la misura è colma, il vaso è traboccato da tempo. E non per una gocciolina.

In un momento in cui la chiarezza è l’unico strumento da utilizzare per sensibilizzare le persone sulla pericolosità del virus, per farle restare a casa senza utilizzare la coercizione, ieri abbiamo sentito Angelo Borrelli dire che i pazienti deceduti non sono morti DI coronavirus, ma CON coronavirus. Un’assurdità del genere, dal capo della Protezione Civile, non avremmo mai voluto sentirla. Perché quest’affermazione è inaccettabile? Lo ha spiegato molto bene Burioni: “Un paziente oncologico di 88 anni, mentre sta andando a giocare a carte con gli amici, viene investito da una bicicletta si rompe il femore e muore: è una vittima del tumore o della frattura del femore?”.

Ora, è certo che Angelo Borrelli fosse animato dalle migliori intenzioni. E’ probabile che il suo obiettivo fosse quello di non alimentare il panico, di non far passare il messaggio che questa malattia uccide, eccome se lo fa. Il sistema è quello utilizzato in quasi tutte le conferenze stampa tenute fino ad oggi: sottolineare che i morti erano anziani, fragili, malati con chissà quante patologie pregresse. Sarà vero, sarà giusto, ma è un modo di comunicare sbagliato. Perché alimenta la convinzione – errata e purtroppo perorata in tv anche da alcuni virologi come la Gismondo – che alla fine il coronavirus non sia altro che una banale influenza. E’ falso, purtroppo.

Quest’assenza di chiarezza, questa scarsa capacità comunicativa, ha un prezzo. Anche in termini di vite umane. Per questo serve il supercommissario. Per questo serve un campione delle emergenze come Guido Bertolaso. Non chiediamo la testa di Borrelli. Si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Gli chiediamo di occuparsi di approvvigionamenti, di contratti con le imprese fornitrici dei presidi sanitari utili in questa fase, gli chiediamo di fare ciò per cui ha studiato: il dottore commercialista, il revisore dei conti. Non un passo indietro, ma uno di lato sì. Conte ci pensi. In fretta.

Un commento su “Ora Borrelli faccia un passo di lato

  1. È da settimane che INVOCO il ritorno di Guido Bertolaso.
    Chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui , sa che averlo al comando è un altra cosa rispetto allo scenario attuale.
    In questo momento
    Ne abbiamo davvero bisogno. Credetemi!

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