Maggio 14, 2020

Decreto senza slancio

Fare la formica per tutta l’estate ha i suoi vantaggi, perché prima o poi l’inverno arriva. In politica nessuno sa dire con precisione quando, ma non esiste “se”: le crisi, i cigni neri, sono un fattore ricorrente della storia. Arrivano, senza discussione. Durante l’invitante primavera, nella calda e goduriosa estate, c’è chi preferisce mettere da parte qualcosa e chi invece ama fare la cicala. Lamentarsi serve a poco, dopo.

Avere un debito mostruoso sulle proprie spalle, durante una crisi, significa avere meno margine di manovra. Questo governo non è responsabile dei difetti atavici della politica italiana, ma la buona volontà non basta. Bisogna avere fantasia e coraggio. Intendiamoci, nelle 476 pagine dell’ultima bozza del decreto Rilancio (presto in tutte le librerie) sono contenute ottime iniziative. Ad esempio si nota una maggiore attenzione per il mondo delle imprese. Per per gli “invisibili“, al netto degli attacchi strumentali nei confronti delle lacrime (sincere, e per questo insindacabili) di Teresa Bellanova. Finalmente si torna ad investire in Sanità e Ricerca. E c’è anche l’ammissione di colpa da parte di Giuseppe Conte rispetto ai ritardi nelle erogazioni che avrebbero dovuto sostenere milioni di italiani nel momento di maggiore difficoltà. Bene, ma non basta.

Come ha osservato su Repubblica Sergio Rizzo, non certo un giornalista di fede salviniana, “la verità è che questa maxi-maxi-Finanziaria dell’emergenza contiene soltanto una sterminata serie di toppe: 256, quanti sono gli articoli. E alcune pure fatte male“. Anche l’ex ministro Giovanni Tria sostiene che si tratti di “un provvedimento Omnibus che tutto fa tranne che sostenere, per esempio, gli investimenti pubblici e privati, che stanno praticamente a zero“.

Dire che a questo decreto manchi una strategia di futuro, una visione di quella che sarà l’Italia di domani, non è una critica portata senza fondamento. Il carattere assistenziale del provvedimento sarebbe stato giustificabile nel mese di marzo, in quello di aprile. Oggi questo blog si sarebbe aspettato dell’altro, oltre alla “protezione” anche la “progettazione”.

La sburocratizzazione, la digitalizzazione, la riforma del Codice degli Appalti, lo sblocco dei cantieri, quante volte abbiamo invocato e sentito annunciare queste misure? E la necessità di riformare il fisco? Anche questa resterà lettera morta.

Nessuno punta il dito contro il governo a cuor leggero: parlo del nostro Paese, spiace farlo. La critica in stile Lega e Fratelli d’Italia, per intenderci, quelli che si appigliano alle lacrime di un ministro per far polemica, che un giorno gridano al tradimento della Patria e quello dopo votano in Europa contro i provvedimenti che farebbero bene all’Italia, non mi appartiene. Ma non si parli di “decreto Rilancio”, questa volta è mancato coraggio. E’ un decreto senza slancio.

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