Maggio 29, 2020

Casa Bianca, America Nera

Quando ancora sui giornali la vicenda della morte di George Floyd veniva trattata come un caso di cronaca qualunque, quando gli ultimi minuti di vita di un afroamericano ammazzato da un poliziotto (perché “ammazzato” è il verbo corretto) venivano pubblicati sui siti italiani per strappare qualche click, questo blog ha sottolineato la portata politica della vicenda: il silenzio colpevole di Trump, le parole di condanna arrivate troppo tardi, la rabbia di un popolo stanco di subire, di morire. Oggi Minneapolis è l’America che brucia, Donald Trump è il presidente che aizza le fiamme.

Essere un giovane afroamericano negli Stati Uniti del 2020 significa avere più del doppio delle possibilità di morire durante un arresto rispetto ad un americano bianco. Non lo dice Joe Biden, non lo dice un buonista democratico: sono i dati del periodico ufficiale della National Academy of Sciences (NAS). Siamo in presenza di quello che gli addetti ai lavori chiamano “racial bias”: un pregiudizio razziale.

Attenzione: non è tutta colpa di Donald Trump. Fatti di questo genere fanno parte della storia americana da sempre, si sono verificati anche durante l’amministrazione del primo presidente nero, Barack Obama. D’altronde la fine della segregazione razziale è stata sancita per legge soltanto nel 1954, le ferite sono troppo fresche, sanguinano ancora

Ma onestamente è difficile assolvere la condotta di Donald Trump. Perché è difficile, impossibile, trovare un presidente che dinanzi alle proteste dei manifestanti minacci su Twitter: “Quando iniziano i saccheggi, si inizia anche a sparare“. Non si tratta di giustificare gli incendi e le rivolte, su questo blog non c’è comprensione per l’inciviltà e la guerriglia, ma il presidente degli Stati Uniti d’America deve avere il polso per comprendere che milioni di americani si sentono in pericolo. Deve avere la sensibilità umana e politica per comprendere che lui è (dovrebbe) anche il presidente di tutti.

Qualcuno in queste ore ha giustamente sottolineato la differenza tra bianchi e neri in America. I bianchi invadono il Congresso dello Stato del Michigan, fanno irruzione con i fucili in mano, perché non intendono sottostare alle limitazioni alla libertà imposte dall’emergenza coronavirus. In sintesi: protestano perché non vogliono indossare una mascherina. I neri invece scendono in strada, invadono le piazze, urlano la propria rabbia, perché non intendono morire ammazzati.

C’è un presidente alla Casa Bianca che deve fare qualcosa. L’America è (anche) nera.

Un commento su “Casa Bianca, America Nera

  1. Giusto adesso tali esseri spregevoli devono
    Essere giustiziati in ugual misura se non anche peggio . Peccato che la
    Loro mamma non li può piangere come e toccato alla mamma di George . Soprusi e abusi di potere questa è la realtà

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