Giugno 11, 2020

Il Festival di Giuseppe Conte

Absens heres non erit“. Gli assenti hanno sempre torto, dicevano i latini. Così non può essere certo applaudita la scelta del centrodestra di disertare gli Stati Generali dell’Economia indetti da Giuseppe Conte. Ma c’è un “ma”. Sfuggito ai radar dei principali giornali. Nell’annunciare la convocazione degli Stati Generali, Giuseppe Conte dichiarò inizialmente che questi si sarebbero svolti a Palazzo Chigi. La location di Villa Pamphili è subentrata soltanto dopo. Si dirà: e cosa cambia? Cambia, perché denuncia la volontà di spettacolarizzare l’evento a fini propagandistici. Cambia, perché tradisce il desiderio, con l’invito dei vertici politici europei, di ritagliarsi l’ennesima vetrina personale mentre il Paese annaspa nel tentativo di non andare a fondo. Cambia, perché svela la pericolosa tendenza a rendere tutto una passerella, uno show: che si tratti di una conferenza nell’orario di massima audience per annunciare un Dpcm o una kermesse della quale ergersi a direttore artistico.

Forse avremmo dovuto capire tutto quel pomeriggio, nel cortile di Palazzo Chigi, quando Conte si riservò di convocare “tutti i principali attori del sistema Italia: parti sociali, associazioni di categoria, singole menti brillanti“. Non offendetevi se sul vostro indirizzo e-mail non è arrivato alcun invito a partecipare: d’altronde non è noto il criterio con il quale il binomio Conte-Casalino individui le “singole menti brillanti” in grado di favorire il rilancio dell’Italia.

Piccola parentesi: questo blog ritiene che più di attendere i risultati della task force di Colao sarebbe stato utile chiudere in una stanza i soggetti che mandano avanti la baracca Italia nella vita di ogni giorno. Le slide partorite dal manager e dal comitato di tecnici sono un misto tra utopia e ingegnerizzazione della società, tra libro dei sogni e banalità che, lo ammettiamo, soltanto degli esperti avrebbero potuto elaborare.

Eppure la questione non è marginale: chi decide chi sono le menti brillanti? Perché Tornatore sì e Carlo Verdone no? Chi lo ha stabilito che Oscar Farinetti sia più utile alla causa di Antonino Cannavacciuolo? Chi ha ritenuto che il centrodestra dovesse essere invitato e che invece Emma Bonino e Carlo Calenda, per fare due nomi a caso, non fossero meritevoli di partecipare? Ovviamente Giuseppe Conte. Attenzione: è un suo diritto. Com’è stato un diritto di Mario Draghi sottrarsi all’evento. Come lo è, per noi, pensare che più che di Stati Generali dell’Economia si tratti di un Festival. Il Festival di Giuseppe Conte.

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