Luglio 23, 2020

L’Italia rischia la “sindrome della lotteria”

Chiamatela “sindrome della lotteria“. O se preferite il gergo utilizzato dagli psicologi usate pure l’espressione “sindrome da ricchezza improvvisa“. Almeno una volta nella vita ognuno di noi ha pronunciato la fatidica frase: “Ah se vincessi alla lotteria…“. Ringraziate che non sia mai accaduto: avere nel portafoglio il gratta e vinci giusto la vita la cambia davvero, ma in peggio.

C’è chi cade in depressione, perché una volta sperimentato un piacere così grande, sul lungo periodo fatica ad appagare il cervello con soddisfazioni dello stesso rango. Altri perdono letteralmente la testa. Perché quei soldi piovuti dal cielo, senza sacrificio, vengono percepiti in maniera del tutto diversa da quelli faticosamente guadagnati. Così le vincite vengono investite con leggerezza da far spavento, giocate, dilapidate: quando va bene si esauriscono nel giro di qualche anno. Non ci crederete, ma uno studio del Cnr del 2017 ha dimostrato che l’87% dei neo-milionari ritorna povero nel giro di 24 mesi.

Vi conosco: so che leggendo queste righe starete pensando, “a me non accadrebbe mai: fammi vincere la Lotteria che te lo dimostro“. Ma le statistiche indicano che difficilmente il vostro caso sarebbe diverso dagli altri. Forse rientrate in una delle restanti due categorie di “sfortunati fortunati”: ci sono i “sensibili”, quelli che per una vita intera, navigando in acque finanziariamente agitate, hanno associato l’idea di ricchezza al male. Passati dall’altra parte della barricata nello spazio di una scommessa, si riscoprono divorati dai sensi di colpa. Si trasformano così in delle spugne da strizzare a dovere: parenti, amici, colleghi, comunità. Chiunque tenta di prendere la sua fetta di torta, e il vincitore è ben contento di tagliarla, di dimostrare che lui è “diversamente ricco”. Diversamente, sì, nel senso che ricco lo sarà ancora per poco.

C’è infine un altro modo per perdere la testa (e la ricchezza): sentirsi un eletto dal destino, credere che la Dea Bendata dopo averci baciato la prima volta continuerà a farlo per sempre. Pensarsi in possesso del tocco magico, immuni da una sorte avversa, espone a rischi letali, capitomboli certi.

Tranquilli, non siete finiti su una pagina di avvertenza contro i rischi del gioco d’azzardo, il blog non ha cambiato indirizzo e continua ad occuparsi di politica. Chi scrive, vista la corsa all’oro scattata un attimo dopo l’accordo al Consiglio Ue raggiunto da Conte, dati i toni entusiastici e trionfalistici di questi ultimi due giorni, viste le pretese più o meno assurde di finanziamenti provenienti dalla qualunque, intende semplicemente invitare alla moderazione.

L’Italia non ha vinto alla Lotteria. Piuttosto ha ottenuto doverosi aiuti dall’Europa. Ma il circo che si sta scatenando attorno a queste somme, le pressioni, il fiato sul collo sul governo – e ricordiamolo, i soldi non sono neanche ancora arrivati – deve preoccuparci, far scattare un campanello d’allarme. Nessuno vuol essere profeta di sventura, anzi, ma lo abbiamo visto: quando piovono soldi dal cielo tutta la vita sembra in discesa. Può essere, l’importante è che la discesa non porti al precipizio. A buon intenditor poche parole…

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