Settembre 25, 2020

Perché a Boris Johnson ha risposto Mattarella e non Giuseppe Conte?

Sarebbe azzardato e finanche pretestuoso chiamare in causa l’ira dei mansueti, ricordare come Shakespeare che gli uomini farebbero bene a “guardarsi dalla collera dei miti”. Eppure l’immagine è suggestiva perché perfettamente aderente al carattere di Sergio Mattarella, autore in quel di Sassari di un commento insolitamente puntuto, a ragione irritato, nei confronti di Boris Johnson.

Ciò che diversi commentatori hanno mancato in queste ore di sottolineare (spesso con dolo) è che le parole del biondissimo premier riguardo la differenza sostanziale tra inglesi da una parte, italiani e tedeschi dall’altra, non avevano l’intenzione di “offendere” i due popoli europei (distinzione che farà piacere al primo ministro della Brexit), bensì di “difendere” sé stesso dalle accuse sulla cattiva gestione del virus in patria. Né si può dire, senza così dimostrare di aver frainteso le parole di BoJo, che le parole sugli inglesi amanti della libertà più di altri siano totalmente frutto d’errore.

Di questo valore è intriso il dna delle genti d’Oltremanica, nei secoli scorsi popolo di navigatori e conquistatori che della libertà (propria) hanno fatto il motore della loro evoluzione. Per non parlare dell’atteggiamento che essi nutrono nei confronti dello Stato, che vorrebbero meno presente possibile nelle loro vite di ogni giorno. Sentimento condiviso con i “cugini” americani, che ancora oggi continuano a vedere nelle diramazioni dello Stato dei tentacoli che attentano alla serenità e alla riuscita della loro esistenza. Al contrario, a queste latitudini, chiediamo più Stato e dipendenza da esso.

Ciò non toglie che la risposta di Mattarella, arrivata – va precisato – a microfoni ufficialmente spenti, fosse dovuta. Non per rinfocolare sovranismi sterili, ma per ribadire semmai le qualità di un popolo – quello italiano – che nel momento della massima crisi ha mostrato fibra insospettabile anche a sé stessa. Consapevole, per usare le parole di Mattarella, che l’unico modo per recuperare la libertà è fare esercizio di serietà nel tempo.

Intervento giusto, insomma, per rivendicare gli sforzi degli italiani ed evitare ogni fraintendimento: qui non vivono servi. Resta da capire perché a prendere le nostre parti sia dovuto essere il Presidente della Repubblica e non l’omologo di Boris Johnson, il capo del governo, Giuseppe Conte.

Maybe tomorrow…


Apprezzi il mio lavoro? Vuoi tenere aperto questo blog? Dona!

Lascia un commento