Giugno 11, 2021

Conte incontra l’ambasciatore cinese nel giorno del G7 anti-Cina

Un lancio di agenzia: “Il fondatore del M5S Beppe Grillo ed il leader in pectore del Movimento ed ex premier Giuseppe Conte sono attesi nel pomeriggio all’ambasciata cinese a Roma per un incontro con l’ambasciatore Li Junhua“.

L’incontro viene definito come un “normale” incontro tra un rappresentante diplomatico di un Paese straniero ed esponenti politici italiani.

Nessuno che mastichi un minimo di (geo)politica, però, può fare a meno di notare che questo incontro arriva in un giorno particolare.

Mentre Conte incontro la rappresentanza della Cina, infatti, Mario Draghi schiera ufficialmente l’Italia nel G7 al fiancco degli Stati Uniti di Joe Biden, che hanno individuato nella Cina la principale minaccia alle democrazie occidentali.

Nessuna sorpresa: Conte resta – e resterà anche agli occhi di Washington – il premier che ha portato l’Italia, unico Paese del G7, all’interno del memorandum noto con il nome di Nuova Via della Seta. Di fatto lo strumento strategico con cui Pechino spera(va) di penetrare la fortezza europea, offrendo soldi ai Paesi in difficoltà economica (come l’Italia).

Un tradimento bello e buono nei confronti dell’America, quello del primo governo Conte. Una mossa scellerata, nonché controproducente. A maggior ragione considerando che a giudicare la sostenibilità del nostro debito pubblico sono agenzie di rating americane, mica apolidi. L’Italia è stata così esposta all’epoca al rischio di pesanti ritorsioni da parte americana: qualche altro esempio? La collaborazione in materia di anti-terrorismo. Ad oggi, soltanto l’autorevolezza di Mario Draghi è riuscita a ripristinare un clima di fiducia sull’asse Washington-Roma.

Ma Conte, evidentemente, non è pentito di quell’accordo e lancia un segnale politico inequivocabile nel giorno in cui i grandi del Pianeta mostrano invece compattezza nei confronti della Cina.

Che l’avvocato voglia affermarsi come interlocutore privilegiato della Cina in Italia? Che voglia fare del MoVimento 5 Stelle il cavallo di Troia del Partito Comunista Cinese nel Belpaese?

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