Novembre 11, 2021

Voci da Arcore: “Silvio si è messo a dieta”. Il segnale per il Quirinale

Chi conosce la storia di Berlusconi sa che non è un dettaglio, né un cedimento al gossip. E allora eccola, la notizia: il Cavaliere è a dieta. Questo dicono da Arcore. E questo sussurrano, tra un sorriso e una smorfia, fedelissimi e avversari di Silvio. Perché, come tutti sanno, la scelta di rimettersi in forma si accompagna da sempre ad un messaggio di tipo politico: “Sto tornando“.

Meglio: “Sta tornando“, ripetono parlamentari di ogni risma, da quando si è diffusa la voce che Berlusconi ha superato tutti i problemi di salute, che ha ripreso a fare attività fisica e che ha messo al bando i dolci, di cui è goloso, per fare spazio a frutta, verdura, spremute e tisane.

Per un esteta come lui – è nota ad esempio la sua diffidenza verso gli uomini che portano la barba lunga – il fatto di mettersi a dieta ricalca un copione antico, collaudato. Se Berlusconi cura la linea è perché ha intenzione di tornare in tv. Storicamente accade a ridosso di una campagna elettorale. Ma questa volta il calendario non mente: non c’è voto all’orizzonte. E allora? E allora tutti hanno compreso che il leader di Forza Italia sta preparando il suo corpo alla sfida della vita, quella per il Colle più alto di tutti.

A chi lo sente ha chiarito che correrà la sua gara soltanto se capirà davvero di poterla vincere, “perché la mia storia non mi consente passaggi a vuoto“. E per preparare il terreno ha già lanciato messaggi distensivi ai grandi elettori della sinistra, a coloro che temono possa essere un presidente divisivo. Lo ha fatto parlando con Augusto Minzolini, ricordando come “il Capo dello Stato deve rappresentare l’Unita della Nazione al di là degli schieramenti. Nel momento in cui viene eletto viene meno ogni sua appartenenza. Non considererei mai il Presidente Mattarella, per esempio, come l’espressione di una parte politica. Non lo sono stati Einaudi, Saragat, Pertini, che pure come lui venivano da una storia di impegno politico attivo ad alti livelli“.

Nell’incertezza di una partita così delicata, il professionista prepara comunque la discesa in campo in maniera meticolosa, quasi maniacale, come fosse certo di doverla giocare. Così Silvio si (ri)mette a lucido: con sé il ghigno delle grandi occasioni, di chi la sa lunga, di chi sa come si fa. E poi, mal che vada, ci sarà da mettere il cappello sul nuovo presidente: davvero vuoi che non si faccia trovare pronto?

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