Febbraio 10, 2022

Sicilia, Forza Italia candida Miccichè: sul “vicerè” di Silvio esplode il centrodestra

Se in ambito politico si parla di “laboratorio Sicilia” è perché è diffuso il convincimento che dall’isola si possano intravedere i bagliori di ciò che poi avverrà a livello nazionale. La credenza è esagerata, dicono gli analisti, ma c’è un altro motivo – oggi – se di laboratorio Sicilia si può comunque parlare: è per dire della confusione che regna sovrana nella politica locale. Le provette sono disposte alla rinfusa, gli ingredienti da mescolare in rigoroso ordine sparso. E gli apprendisti stregoni si interrogano su quale sarà l’alchimia vincente in vista delle prossime Regionali.

Occorre dunque un breve riassunto per i distratti: auguri al lettore, e a chi lo scrive. In Sicilia governa Musumeci, presidente poco amato, per usare un eufemismo, dalla sua stessa maggioranza. Dalla sua ha Giorgia Meloni, la quale pochi giorni fa ha definito “naturale la sua ricandidatura alla presidenza della Regione“. Alt, urge una domanda: ricandidatura d’accordo, ma in nome e per conto di chi? A questo quesito si deve tentare di rispondere spostando lo sguardo verso Roma, dove la coalizione che anni fa elesse Musumeci si è “sfarinata“, copyright Matteo Salvini, nei giorni di trattative per il Quirinale.

Da qui ha origine la svolta delle ultime ore, firmata Gianfranco Miccichè, “dominus” di Forza Italia sull’isola, da anni viceré berlusconiano in terra di Sicilia in ragione della seguente motivazione: gli altri parlano, lui ha i voti. Ecco, il suddetto Miccichè non è un fan di Musumeci (ancora un eufemismo), al quale nella marcia d’avvicinamento al Quirinale ha dapprima lanciato un attacco d’intensità tale da portarlo sull’orlo delle dimissioni, e poi – ecco la notizia del giorno – opposto niente meno che la sua stessa candidatura a Palazzo D’Orleans.

La riunione che ufficializza la rottura del centrodestra: rientrano in gioco Pd e Italia Viva

Qui c’è da osservare un punto. Miccichè non si è candidato, ma è stato candidato. Da chi? Da Forza Italia, al termine di una riunione fortemente voluta da Miccichè, che però fa sapere di “riservarsi” di dare una risposta “non prima di avere parlato con il presidente Renato Schifani, con i pochi deputati assenti” e “soprattutto con il presidente Berlusconi“. Schifani dal canto suo ha già lasciato intendere di non fare i salti di gioia. Durante il conclave azzurro, al quale hanno preso parte in streaming pure le deputate Stefania Prestigiacomo, Gabriella Giammanco, Matilde Siracusano e Urania Papatheu, l’ex presidente del Senato gela i cronisti: “Non posso dire granché su una riunione alla quale non sono stato invitato. Evidentemente a qualcuno non è gradita la mia presenza e men che meno la dialettica interna. Ma così non si aiuta Forza Italia

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