Marzo 28, 2022

“Fatemi parlare con Draghi”: Conte cerca Palazzo Chigi per uscire dall’angolo

Sulle spese militari ha forzato la mano. E sebbene qualcuno lo descriva già pronto a battere in ritirata, in queste ore Giuseppe Conte assicura ai suoi che non sarà certo lui a fare un passo indietro sulla questione. “Siamo la forza di maggioranza relativa“, è il mantra che continua a ripetere con frequenza ossessiva, “il governo deve ascoltarci“.

Non sono le parole di chi ha in mente una ritirata, per quanto ieri pomeriggio, ospite di Lucia Annunziata su Rai Tre, sia stato lo stesso avvocato a segnalare a Mario Draghi il modo per aiutarlo ad uscire dall’angolo in cui si è cacciato legando la sua riconferma a presidente M5s proprio al no all’aumento delle spese militari. La soluzione al rebus sarebbe più o meno la seguente: dire sì al riarmo, ma diluendo nel tempo lo stanziamento di fondi, così da consentire a Conte di sventolare la bandiera pacifista/populista davanti alla sua base.

Si vedrà se il premier deciderà di venire incontro alle richieste del suo predecessore a Palazzo Chigi. Ma è difficile che gli umori di Conte abbiano la meglio su questioni più concrete, quali i soldi in cassa da destinare al riarmo (ce ne sono abbastanza?) e l’urgenza di attuarlo data la difficile situazione geopolitica.

Ancora più rivelatrice dello stato d’animo di Conte è stata la battuta che l’avvocato si è lasciato sfuggire al tavolo dell’Annunziata.

Fatemi parlare con Draghi…“, ha detto. Frase apparentemente senza peso, intercalare per chiedere all’interlocutrice di non giungere a conclusioni affrettate, che il Movimento 5 Stelle no, non ha questa voglia – come tutti dicono – di aprire una crisi di governo e di uscire dalla maggioranza. E invece no, lapsus freudiano del malcontento contiano.

Conte cerca di parlare con Draghi ma…

Sì, perché la realtà è che Giuseppe Conte davvero sta cercando di avere un contatto diretto con Draghi. E da ormai alcune settimane non lo trova. La crisi in Ucraina ha imposto evidentemente un’agenda molto fitta al presidente del Consiglio, ma alcuni sostengono che Draghi abbia preso atto del congelamento della leadership di Conte da parte del Tribunale di Napoli e che per questo abbia diradato – per usare un eufemismo – i colloqui con l’avvocato.

L’ultimo incontro tra i due risale allo scorso 4 febbraio. Pochi giorni prima del terremoto politico causato dal ricorso degli attivisti M5s. Ciò non vuol dire, attenzione, che Draghi abbia ignorato le istanze del Movimento finora. Né che non sia stato messo al corrente delle istanze di Conte. Semplicemente sono cambiati gli interlocutori. Con Di Maio, essendo ministro degli Esteri, il dialogo è fitto per ovvie ragioni, ma Draghi apprezza anche il lavoro del felpato D’Incà, ministro dei Rapp…

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