Diario di guerra (giorno 67): il sabotatore in bicicletta
Neanche il cambio di strategia che ha segnato l’inizio della “seconda fase” della guerra in Ucraina ha prodotto finora gli effetti sperati da Mosca. L’Institute for the Study of War si spinge a dire che neppure l’invio di rinforzi sull’asse di Izyum permetterebbe ai russi di effettuare dei progressi sostanziali, tanto è elevato il livello di degradazione delle truppe.
Mosca però fa sfoggio delle proprie capacità: ieri il lancio di missili Kalibr da un sottomarino nel Mar Nero.
Sul terreno, una delle battaglie più importanti si sta svolgendo alle porte di Sloviansk. Gli ucraini hanno finora fatto saltare in aria 6 ponti. Ne resta in piedi solo uno, che gli ucraini vogliono far esplodere quando i russi saranno più vicini, sfruttando poi la presenza del fiume Siversky Donets come barriera naturale. I russi invece vogliono colpirlo prima: perché molti ucraini sono ancora al di qua del fiume. Intendono tagliarli fuori, costringendoli ad una fuga rovinosa oltre gli argini, per appropriarsi di armi e mezzi.
Il sabotatore in bicicletta
Secondo un reportage di Repubblica, poi, a creare tensione tra gli ucraini sarebbe la presenza di un sabotatore russo particolarmente efficace. Pare sia un vecchio magro, quasi senza capelli, che gira in bicicletta nella zona. Nei luoghi in cui si ferma, dopo poco arrivano tiri precisi di artiglieria. Ecco perché sta iniziando a girare un manifesto del tipo “wanted” con la foto dell’uomo.
Bonus fotografico: sopra un kit di pronto soccorso di un soldato russo, sotto uno ucraino. Sembra che in particolare tra i mercenari russi ci siano parecchie lamentele.
Ieri i russi hanno bombardato anche Odesa, concentrandosi in particolare sull’aeroporto. La pista risulta inutilizzabile.