Giugno 23, 2022

Le lacrime di Bonafede, gli attacchi a Taverna: assemblea M5s, Conte sotto assedio

Anche volesse fare finta di nulla, tentare di rilanciare, guardare il bicchiere mezzo pieno dopo la scissione subita, Giuseppe Conte non potrebbe. Sono i suoi parlamentari, quelli rimasti nel Movimento 5 Stelle, chissà poi per quanto, ad impedirglielo. Perché dall’altra parte oltre a “Luigi” – uno di loro fino a due giorni fa, uno di loro molto più dell’avvocato – ci sono amici, compagni di infinite tavolate a pranzo e cena dopo innumerevoli sessioni di lavoro in Parlamento, e persino promessi sposi. Come Maria Pallini Giovanni Currò: lei, irpina, ha seguito il corregionale Di Maio; lui, comasco, è rimasto nel Movimento. Ma il matrimonio non è in discussione, assicurano.

Si capisce bene, allora, perché le parole pronunciate dal deputato M5s Cubeddu, nervoso al punto di definire alcuni dimaiani “braccia rubate all’agricoltura“, sortiscano la reazione scomposta dei presenti, pronti a contestare il collega, a prendere rumorosamente le difese degli scissionisti.

Eppure non è il solo momento di tensione che si registra in un’assemblea che è la cartina di tornasole del momento vissuto dal Movimento.

I cori da stadio di Taverna, le accuse a Conte

Non passano inosservati, ad esempio, gli applausi ironici riservati a Paola Taverna. Sono in tanti, tra i grillini, a rinfacciarle l’atteggiamento avuto negli uffici del Senato alla notizia della scissione di Di Maio. La vicepresidente del Senato ha dato vita ad un coro da stadio al ritmo di “Te ne vai o no? Te ne vai oppure nooo?“. E poi via di spumante.

No, non c’è nulla da festeggiare. E a dirlo chiaramente davanti a tutti è uno dei più tormentati: Alfonso Bonafede. Colui che all’epoca del casting per Palazzo Chigi di Salvini e Di Maio ha segnalato il suo ex professore a Firenze, un tale di nome Giuseppe Conte, non nasconde che per quanto non si debba per forza chiamare in causa “gratitudine o riconoscenza, si può parlare serenamente di riconoscimento. Io stesso – ammette – non avrei mai potuto fare le tante riforme che ho fatto se non ci f…

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