Luglio 23, 2022

M5s, Conte “terrorizzato”: l’avvocato guarda in Francia per non essere spazzato via

Nella sede di Campo Marzio, ormai da un paio di giorni, le sirene d’allarme suonano incessantemente. Avvertono che il panico ha ormai aggirato tutti gli ostacoli, travolto gli argini e fatto irruzione in un Movimento 5 Stelle che per la prima volta da quando ha ventilato l’apertura della crisi di governo sembra finalmente aver compreso di essersi cacciato in un grosso guaio.

Perché la verità, per chi la politica non la maneggia da professionista, è che ad un certo punto finisci per fare le tue mosse senza avere ben chiaro dove ti condurranno. È un po’ come fantasticare nella vita reale questa o quell’altra svolta – cambierò lavoro, dirò a mia moglie che ho un’altra – finché l’inerzia, inconsapevolmente, ti trascina al punto di non ritorno. E ti ritrovi sott’acqua. E appunto, non ritorni.

La stessa sensazione la sta sperimentando in queste ore Giuseppe Conte, descritto in modalità “dominato dal terrore” da chi ha avuto modo di sentirlo. O meglio, da chi ne è stato contattato. Perché dal giorno del pastrocchio in Senato l’avvocato ha dato vita ad un tam tam telefonico che ha riguardato in particolare i dirigenti dem, nel tentativo di spiegare le sue ragioni.

Con Enrico Letta i rapporti sono ai minimi storici. Il segretario del Pd aveva speranzosamente evitato di dare un aut aut pubblico al suo (ex?) alleato, conoscendone la suscettibilità e memore della richiesta di rispetto formulata da Conte ai tempi delle polemiche sul riarmo. Ma nei colloqui privati il segretario Pd aveva ampiamente chiarito al presidente M5s che uno strappo sul governo Draghi avrebbe significato la separazione delle proprie strade.

Conte non gli ha creduto, o forse lo ha fatto, ma non è riuscito comunque a sottrarsi alle pressioni dei suoi. Così adesso gioca di rimessa, ondeggiando come d’abitudine.

Un po’ verga note al vetriolo contro il Pd, un altro po’ contatta gli esponenti della sinistra-sinistra dem per chiedere se “davvero Enrico non abbia intenzione di consegnare il Paese alle destre“. Chi lo conosce, comunque, avvisa che per carattere Conte impiegherà poco tempo a calarsi nei nuovi panni che lo scenario politico ha disegnato per lui. La corsa solitaria, infatti, ne solletica l’ego.

Finalmente potremo parlare al Paese senza vincoli di sorta, proporre la nostra agenda sociale, rivolgerci agli ultimi“: è questo che va ripetendo a tutti, e forse pure un po’ a stesso, mentre i suoi hanno a cuore come unica agenda quella personale. A maggior ragione dopo la sortita di Beppe Grillo, reduce dall’aver pronunciato la parola fine sull’eterna discussione riguardante il doppio mandato, gettando nello sconcerto e nello sconforto tanti dei luoghitenenti contiani che all’avvocato avevano guardato nella speranza di salvare il posto in Parlamento.

La situazione è però drammatica al punto che non è (più) neanche tanto questione di primo, secondo o terzo mandato, ma di percentuali da soddisfare da parte del Movimento 5 Stelle per scongiurare la (inevitabile) ecatombe di eletti rispetto al 2018. Così nella disperazione delle ultime ore ha preso incredibilmente corpo un’idea che fino a qualche tempo fa sarebbe stata derubricata a fantapolitica.

Quale? Diventare il volto simbolo dell’Unione Popolare lanciata qualche tempo fa dall’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e di cui dovrebbero fare parte diversi movimenti di sinistra, anche radicale, come Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. Un cartello elettorale che consentirebbe a Conte di affermarsi come “il Mélenchon italiano“, suggeriscono i suoi. Se non fosse – a conferma dell’eterna indecisione dell’avvocato – per i dubbi relativi ai compagni di viaggio. L’identità di vedute su diversi temi, dalla tutela dell’ambiente all’agenda sociale, è infatti fuori discussione, ma Conte teme che un’alleanza troppo spostata a sinistra gli impedirebbe di beneficiare a pieno del grado di popolarità di cui è ancora convinto di godere in un’ampia fetta di Paese non così ideologicamente schierato.

I prossimi giorni saranno allora decisivi per comprendere quale direzione prenderà il M…

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