Ottobre 20, 2022

Gran Bretagna: Liz Truss si dimette. Cosa succede ora? E c’è chi rivuole Boris…

Liz Truss ha annunciato le sue dimissioni da leader del Partito Conservatore. Con soli 45 giorni di servizio diventa il primo ministro in carica meno politicamente longevo nella storia del Regno Unito.

Truss ha iniziato la sua dichiarazione affermando di essere entrata in carica “in un momento di grande instabilità economica e internazionale”. La Gran Bretagna, ha detto, è stata “frenata per troppo tempo da una bassa crescita economica”.

Truss ha proseguito dicendo di essere stata eletta dal suo partito ricevendo il mandato di cambiare questa situazione. Il suo governo, ha detto, “ha ottenuto risultati sulle bollette energetiche” e “delineato una visione per un’economia a bassa tassazione e alta crescita che sfrutterebbe le libertà della Brexit”. Truss ha aggiunto: “Riconosco però che, data la situazione, non posso portare a termine il mandato per il quale sono stata eletta dal Partito Conservatore”. Truss ha detto di aver parlato con il Re per informarlo che si dimetterà da leader Tory.

Poco prima di presentarsi davanti al portone del N°10 di Downing Street, Truss ha incontrato Sir Graham Brady, presidente del Comitato 1922, il gruppo parlamentare Tory, un summit nel quale con ogni probabilità le sarà stato notificato il crollo della propria maggioranza.

Cosa succederà adesso? Truss ha detto di aver concordato con Brady che “ci saranno elezioni per la leadership Tory da completare entro la prossima settimana” e ha aggiunto che rimarrà primo ministro fino a quando non sarà scelto un successore. Non la pensano in questo modo i Laburisti e i Lib-Dem. I rispettivi leader, Keir Starmer ed Ed Davey hanno chiesto l’immediato ritorno alle urne. A mettere ulteriore carne sul fuoco è stata pochi minuti fa il primo ministro scozzese Sturgeon, che ha definito il ritorno al voto “imperativo democratico”.

Chiudo questa prima parte di aggiornamento facendo notare sommessamente che poche ore fa una ex ministra inglese ha indicato fra le opzioni per il dopo-Truss (sì, era ormai evidente che fossimo ad un passo dal ‘game over’) il richiamo in servizio di Boris Johnson.

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