Ottobre 29, 2022

Sottogoverno: Giorgia al maschile, le proteste in FI contro Siracusano (“troppo calabrese”) e la baruffa tra Noi Moderati (4 nomi per 2 posti)

Nei loro contatti più recenti, ad una Giorgia Meloni intenta a sollevare la necessità di riservare alle donne maggiore spazio nella partita del sottogoverno, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno risposto con un’alzata di spalle. Non dategli torto, non fateli passare per maschi alfa in difficoltà. È che su questo punto hanno proprio ragione. Alla premier hanno infatti spiegato che sono i sottosegretari e viceministri in pectore di Fratelli d’Italia ad essere sbilanciati verso il sesso maschile “mica i nostri“, anzi “le nostre” (scusate, ma è un periodo in cui si fa presto a confondersi sul genere, tra vari “il/la signor/a presidente/ssa del Consiglio“).

Ed in effetti non è colpa di della Lega e di Forza Italia se Meloni ha intenzione di riservare posti in prima linea ad Alfredo Mantovano (delega ai Servizi), a Giovanbattista Fazzolari (sottosegretario ai Rapporti col Parlamento), a Galeazzo Bignami (Mise), a Federico Mollicone (Cultura), a Marcello Gemmato (Salute), ad Alessio Butti (rete unica), a Maurizio Leo (Finanze).

Nella Lega, per la rappresentanza femminile Salvini punta sui nomi di Lucia Borgonzoni (Cultura) e Benedetta Fiorini (Mise o Agricoltura). E pure nella pattuglia di Forza Italia le donne sono e saranno ben rappresentate. A scalare posizioni è stata nelle ultime ore la siciliana Matilde Siracusano. Ma pure su questo – sì, sull’oggettiva provenienza geografica di una parlamentare nata a Messina ed eletta nel plurinominale di Catania/Acireale – si discute animatamente tra i forzisti. Sì, perchè i corregionali della Siracusano contestano a quest’ultima il fatto di essere la compagna di Roberto Occhiuto, governatore della Calabria, e dunque di non essere ascrivibile alla quota di delegazione isolana. Insomma, troppo calabrese perché il partner guida la Regione. Maschilismo ne abbiamo?

I fedelissimi di Berlusconi viceministri. Ma occhio ai colpi sotto la cintura fra i centristi di Noi Moderati, aspettando un segnale da Giorgia

Il Cavaliere non pare preoccuparsi di queste beghe: alla fine l’ultima parola sarà la sua. Per questo sono relativamente tranquilli in queste ore i “berluscones” della prima ora: “Il Presidente ha chiarito a Giorgia che non accetterà veti sui nomi“, assicura una forzista interessata dal sudoku del sottogoverno. E tra coloro che dovrebbero beneficiare dell’investitura del Cavaliere vi sono per questo fedelissimi del calibro di Francesco Paolo Sisto, storico avvocato di Berlusconi destinato ad un posto da viceministro della Giustizia, e poi Valentino Valentini, in procinto di aggirare le perplessità sul suo coinvolgimento agli Esteri o alla Difesa andando ad occupare il posto di viceministro del Mise. Sempre un ruolo da numero due dovrebbe strappare il “tajaniano” Barelli, capogruppo azzurro deposto alla Camera sempre più vicino al Viminale. Senza dimenticare Ugo Cappellacci, l’uomo di Berlusconi in Sardegna…

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