Novembre 17, 2022

La strana (e confusa) mozione di Giuseppe Conte sull’Ucraina

La politica estera è una cosa seria. Dovrebbe saperlo a maggior ragione chi ha guidato il Paese per 3 anni. E in ragione di questa esperienza si definisce “un esperto di sicurezza nazionale ed internazionale”. Ebbene, la mozione a prima firma Giuseppe Conte suggerisce esattamente il contrario.

Il dispositivo della mozione è articolato in sette punti. Ma sono i primi tre a tradire l’impronta populista e la scarsa preparazione geopolitica di chi ha redatto il documento in questione.

Primo punto.

Conte chiede al governo di

“illustrare preventivamente alle Aule parlamentari l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi di carattere internazionale riguardanti il conflitto Russia-Ucraina, compreso quello concernente l’eventuale invio di forniture militari”.

Demagogia pura. La risoluzione approvata dal Parlamento lo scorso mese di giugno – anche con i voti del M5s- ha infatti impegnato l’allora governo Draghi a “continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022, il necessario e ampio coinvolgimento delle camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari”. Traduco dal politichese: è già previsto che il governo si confronti in Aula. Per quanto riguarda poi l’invio di armi: fino al 31 dicembre 2022 il governo può vararne di nuovi senza passare da nuove votazioni. Il perché di questa “furia bellicista” (cit.)? È stato proprio il Parlamento, nelle ore successive all’invasione (sì, perché è semanticamente corretto chiamarla col suo nome, piuttosto che rifugiarsi nel più neutro “conflitto”) a voler legittimare il governo nel sostegno a Kyiv, senza rincorrere gli eventi. Forse qualcuno ci ha ripensato?

Secondo punto:

Conte chiede al governo di

“promuovere azioni in cui il nostro Paese si faccia interprete e protagonista di una nuova fase di sforzi diplomatici affinché sia scongiurato il rischio di una ulteriore escalation militare, a tal fine intraprendendo le opportune iniziative nelle sedi europee e internazionali allo scopo di promuovere una decisa e forte azione diplomatica volta ad imporre un immediato cessate il fuoco e, nel contempo, l’avvio di negoziati per il raggiungimento di una soluzione politica, giusta, equilibrata, duratura e in linea con i principi di diritto internazionale”.

Conte ignora scientemente il fatto che non è e non può essere l’Italia a dettare i tempi della pace, ma soltanto l’Ucraina. Curiosità: qual è per Conte la soluzione “giusta, equilibrata e duratura”? Sarebbe bene chiarirlo.

Terzo punto.

Conte chiede al governo di:

…

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