Febbraio 2, 2023

“Kyiv e Mosca hanno respinto la pace di Biden”: la missione di Bill Burns e la presunta spaccatura nell’amministrazione USA

Il detto “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare” non si adatta perfettamente a Bill Burns. Questo signore dalla voce sabbiosa, questo classe 1956 dalla chioma argentea che tutti conoscono come il capo della CIA, si muove infatti spesso e volentieri prima che le sirene d’allarme inizino a risuonare nelle cancellerie internazionali. D’altronde raccogliere informazioni riservate, elaborare scenari, anticipare gli eventi, è il suo mestiere. I precedenti dicono che quando Bill Burns entra in azione il mondo deve aspettarsi un cambiamento, ad essere gentili, se non proprio uno sconvolgimento.

È stato così nel novembre 2021, quando Burns si recò in una città fantasma travolta dal Covid – Mosca – per informare Vladimir Putin che la sua agenzia era a conoscenza dei piani russi in Ucraina. Ed è successo di nuovo a metà gennaio, quando Burns è volato a Kyiv per incontrare in gran segreto Volodymyr Zelensky, alla vigilia della svolta coincisa con la decisione di inviare i carri armati occidentali.

Ma ad entrare nel dettaglio di quest’ultimo viaggio – svelato in anteprima dal Washington Post – è ora un giornale svizzero, la Neue Zürcher Zeitung, specializzato in fatto di esteri e tenuto in alta considerazione soprattutto in Germania. Ed è proprio un articolo dedicato alla gestione del cancelliere Scholz del “caso Leopard” a fare da cornice alle due notizie più interessanti di giornata.

La prima, a detta delle fonti tedesche (una di maggioranza e una di opposizione) consultate dal giornale elvetico, sostiene che Bill Burns sia stato incaricato dal presidente Biden di sondare concretamente la disponibilità di Kyiv e Mosca a negoziare. La proposta sarebbe stata riassunta in questi termini: all’Ucraina pace in cambio di terra, alla Russia terra in cambio di pace.

Il tentativo, tradottosi in un viaggio nelle due capitali, è da collocarsi a livello temporale – lo ripeto – prima della decisione di cedere i carri Leopard e Abrams all’Ucraina.

Una precisazione non banale, indicativa dell’esito (spoiler: negativo) della missione di Burns.

I termini della proposta di pace americana e la spaccatura alla Casa Bianca

La proposta americana, secondo la NZZ, avrebbe previsto la rinuncia dell’Ucraina a circa il 20% del proprio territorio: una porzione corrispondente per sommi capi all’estensione del Donbass. Ma tale soluzione sarebbe stata respinta al mittente: lato Kyiv per indisponibilità a privarsi dei propri possedimenti, lato Mosca nel convincimento che alla lunga sarà la Russia a vincere la guerra.

Poi la seconda notizia. Due parlamentari tedeschi, dietro richiesta di anonimato, hanno infatti rivelato alla NZZ l’esistenza di una sorprendente spaccatura fra alcuni degli esponenti più in vista dell’amministrazione americana.

Da un lato vi sarebbero lo stesso Burns e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan; dall’altro il capo del Pentagono, Lloyd Austin, e il segretario di Stato, Antony Blinken. La prima coppia spingerebbe per favorire una rapida conclusione della guerra in Ucraina, nel forte convin…

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