Marzo 3, 2023

Il racconto di Boris Johnson insultato al parco: “Ho pensato a quanto siamo fortunati, e a Vladimir Putin”

Sarà la voglia di restare nell’arena, di non lasciare la scena pure ora che la luce dei riflettori lo accompagna un po’ di meno. Sarà il talento politico, che non gli è mai mancato (sindaco di Londra, primo minitro del Regno Unito, non si diventa per caso). Oppure sarà che Boris Johnson ci ha preso semplicemente gusto a smentire gli scettici, a prendersi gli applausi dei detrattori, a dimostrare che il populista della Brexit può essere mille altre cose ancora: ebbene sì, anche molto belle. BoJo è questa cosa qui: il basso e l’alto, il leader scapigliato e il pensiero raffinato. Sarebbe bastato riportare non dico l’intero discorso pronunciato al Global Soft Power Summit celebrato nella City, ma almeno un suo passaggio, per capirlo. Occorre rimediare, ci provo.

Boris racconta che l’altra mattina stava correndo in un parco, quando un giovane runner – “non aveva molti capelli, assomigliava un po’ ad uno dei miei ex consiglieri” – ogni riferimento all’ex spin doctor Dominic Cummings NON è puramente casuale – gli si affianca e gli rivolge un insulto. Johson lo definisce “un allegro saluto londinese”: in italiano la perifrasi è traducibile con quello che dalle parti di Firenze chiamerebbero “s**aiolo”. “Di solito – confessa il nostro BoJo – sono insensibile a questo tipo di cose, ma temo che questa volta mi sia venuto il nervoso, ho pensato ‘che carogna’”. Ed un po’ c’è da credergli, da solidarizzare: “Era una bellissima giornata, un bellissimo parco, il sole sta facendo capolino sullo splendido skyline di Londra che io ho dato il permesso di costruire, il cigno e le cornacchie stanno tutti innocentemente facendo le loro cose e tu devi andare a fare il maleducato”. Verrebbe da pensare, aggiunge Johnson, che accanto al cartello che dice di non dare da mangiare all’anatra ne servirebbe un altro: “Non insultare i politici”.

Ma poi…

“Ma poi mi sono calmato e ho pensato a che paese meraviglioso è quello in cui viviamo e a quanto sono privilegiato ad essere insultato durante la mia corsa mattutina: perché dimostra quanto sia minima la distanza tra il governo e il popolo. E se dubitate di quello che dico, provate a immaginare Vladimir Putin, con o senza maglietta, che corre attorno alla Piazza Rossa e viene insultato. E pensate a cosa ne faranno di quelli che lo hanno insultato, se non verrebbero allontanati dal suo percorso come piccioni. Quello che c’è stato in quello scambio, per la verità un po’ unilaterale, è stato un valore incalcolabile per questo Paese e per la nostra democrazia: la libertà di dire più o meno quello che si vuole, a più o meno chi si vuole”.

Johnson continua: “E mentre dico questo, sono consapevole che la gente in Gran Bretagna è preoccupata di avere la sensazione di essere imbavagliata e, naturalmente, la gente dovrebbe essere vigile sulla libertà di parola quando stiamo assiste…

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