“La Russia dritta verso il collasso”. La NATO e il dopo-Putin: 6000 testate nucleari e “l’inferno in vista”. La profezia del generale Yakovleff, ex numero 2 dell’Alleanza in Europa

In un impeto di disfattismo verrebbe da concludere quanto segue: ogni Paese ha quel che si merita, e noi pure.
Se – è la tesi – dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina (sì, le parole sono importanti) il pubblico italiano è stato costretto a sorbirsi argomentazioni che non sfigurerebbero sui canali della propaganda di Mosca, se, in prima serata – ma pure seconda e terza -, è da mesi sottoposto a dissertazioni che potrebbero benissimo portare la firma di Vladimir Putin e della sua ristrettissima cerchia, se, un giorno sì – e l’altro pure -, ci viene presentato come esperto tale “professor Orsini“, è perché questo circo malandato e malinconico, in fondo, non solo lo sopportiamo, ma un po’ ci piace pure.
E bisognerebbe parafrasare Conte (Paolo), urlare al cielo il suo “zazzarazaz” come fosse una formula magica, un rito esorcizzante, scovare dentro di noi l’orgoglio che ci regalava Bartali, ricordarsi che è per gente come questa che “i francesi ci rispettano” (anche se “le balle ancora gli girano“), ma forse lo farebbero un po’ meno se sapessero cosa passano i nostri programmi, rispetto ai loro. Sì, perché ai cugini d’Oltralpe non dobbiamo invidiare cultura, cucina, moda e chi più ne ha più ne metta, ma in quanto a qualità dell’informazione è giusto fare un passo indietro. Mentre noi interpelliamo Orsini e altri orsetti (nel senso di figli dell’Orso russo), in Francia c’è infatti chi decide di intervistare il tenente generale Michel Yakovleff, un signore che nella sua vita ha guidato soldati della Legione Straniera, ha vissuto in prima linea i conflitti in Iraq, Bosnia, Kosovo, scalando le gerarchie della NATO fino a diventare “numero Due” del Comando supremo delle potenze alleate in Europa.
Ecco, questa forte, fortissima, tentazione di semplificare, questo sfrenato desiderio di fare di tutta l’erba un fascio, risulterebbe in effetti un torto ai non pochi che pure in Italia si prodigano per ristabilire verità in mezzo alla disinformazione di stampo pacifinto, fare cronaca tenendo a bada inconcludenti rivisitazioni storiche. Non è questo il momento, non porterebbe beneficio immediato alla condizione generale dell’informazione nostrana. E allora, perdonate, è stato uno sfogo. Mi limiterò a riportare alcuni stralci dell’intervista condotta dallo youtuber francese Xavier Tytelman a Michel Yakovleff.
Yakovleff e la “profezia” del 2014
Breve (stavolta) premessa. Le Figaro, il più importante quotidiano francese, ha dedicato un apposito ritratto a Michel Yakovleff. Parliamo di un personaggio non banale, amante della battuta ad effetto, della provocazione spinta, dei paradossi (ne avrete conferma nelle righe successive), ma soprattutto di un uomo che conosce la materia di cui parla. Alla fine di agosto del 2014, quando i mezzi corazzati e i soldati russi fanno il loro ingresso nel Donbass, è lui nel bel mezzo di una riunione dello stato maggiore NATO a mettere a verbale: “Ricordiamo questo giorno come il giorno in cui ebbe inizio la Terza Guerra Mondiale“. La storia non è ancora matura abbastanza per dire se abbia indovinato la profezia o alzato eccessivamente il tiro, ma Yakovleff è un analista di livello, un uomo colto. Ho estrapolato i passaggi più importanti di un’intervista di 40 minuti: qui li dividerò, per comodità, in piccoli paragrafi a seconda del tema trattato. Ora possiamo davvero iniziare.
Propaganda russa: le maggiori bugie sulle mosse NATO
La chiacchierata comincia con Yakovleff che disinnesca alcune delle bugie maggiormente in voga tra i seguaci del Cremlino. Fra queste, senza dubbio, quella per cui sarebbe stata la NATO a cercare il conflitto in Ucraina. Una tesi che Yakovleff respinge al punto di indirizzare verso l’Alleanza una critica di segno opposto: “La NATO – spiega – non voleva affatto questa guerra. Dal mio punto di vista ha fatto ‘troppo per evitare‘ questa guerra e ‘poco per aiutare‘ l’Ucraina. In particolare, dopo il 2014, ha lanciato a Putin dei segnali incoraggianti in vista del 2022. In altri termini: la NATO è in una certa misura responsabile (…) non perché volesse la guerra, al contrario, la voleva così poco che ha dato spazio a Vladimir Putin“.
Si vis pacem, para bellum. Primi sprazzi di Yakovleff, che prosegue smontando la narrazione che vedrebbe la NATO responsabile dell’attuale situazione per via della presunta violazione degli accordi con la Russia e dell’allargamento dell’Alleanza a Paesi come Bulgaria, Polonia e altri. Yakovleff sul punto è perentorio: “Non abbiamo violato alcun accordo, perché i russi non hanno richiesto alcun accordo. Nella loro propaganda dicono di aver fatto tante proposte alla NATO. In particolare Medvedev, che all’epoca era presidente, nel 2010 ha detto che avevamo bisogno di una nuova architettura di sicurezza europea. (…) Non è necessariamente un’idea stupida. Ma dov’è il documento? A parte l’annuncio: un contratto, un trattato…è una tua idea e sta a te mettere le carte in tavola. Non si è mai visto niente dal ministero degli Esteri o dalla presidenza russa: è totale propaganda dire che ‘noi abbiamo proposto e la NATO ha rifiutato’. La NATO non ha rifiutato nulla perché non ha mai ricevuto nulla“. Amen.
Yakovleff sul perché la NATO (sbagliando) stia cadenzando gli aiuti militari all’Ucraina
Si può pensare che Yakovleff sia un “propagandista” NATO. Errore. Basta leggere le critiche, feroci, rivolte alla strategia di sostegno all’Ucraina sin qui osservata dall’Alleanza. C’è un motivo, afferma il tenente generale, se l’Occidente non consegna a Kyiv tutto il suo potenziale bellico in una sola tornata: “Nella NATO c’è l’idea di fermare l’escalation, dare a Putin la possibilità di ritirarsi, per questo non mette tutto sul tavolo. L’approccio della NATO è incrementale, indipendentemente dalla sua riluttanza, è incrementale perché spera, ogni volta, che la richiesta di de-escalation verrà ascoltata. E ogni volta” questa speranza “viena delusa e correggiamo il tiro“. Questo approccio, conclude Yakovleff, “è costato migliaia di morti. (…) Se avessimo dato nel 2015 l’artiglieria che abbiato dato ora, Putin non sarebbe stato tentato” dall’idea di invadere nel 2022.
Il rapporto tra la Russia e gli Stati post-sovietici: la parabola di Ludmilla e Ivan
La particolarità di Yakovleff emerge in tutta la sua forza nel tentativo di spiegare la visione del Cremlino rispetto all’esistenza di Stati post-sovietici tramite l’impiego di quella che lui stesso definisce la “parabola di Ludmilla e Ivan”. La riporto integralmente:
“Ludmilla e Ivan hanno avuto un lungo matrimonio, in una certa misura forzato nel 1939, non erano molto felici, ma è successo. I due ad un certo punto si separano. Ad Ivan non fa piacere ma dopotutto tra loro non c’e più amore, se mai ce n’è stato. Così Ludmilla se ne va per la sua strada e Ivan può accettarlo. Il problema è che nelle settimane successive Ludmilla è piena di amici nel quartiere, va da una festa all’altra, tutti la invitano, tutti la baciano, tutti la corteggiano e ad un certo punto lei si ritrova nel letto di Alfred o Joe. Il peggio arriva quando lei diventa una giovane donna divorziata, fresca e gioiosa, alla scoperta del mondo. E il peggio è quando incontra per strada Ivan, e gli dice: ‘Sai, ora so cos’è fare l’amore’. È questione di virilità. All’improvviso Ivan gli buca le gomme dell’auto, gli mette cacca di cane nella buca delle lettere…Non è perché lui voglia che torni a casa, ha capito che lei non tornerà: il punto è che sia felice senza di lui. Quello è insopportabile per lui ed è fondamentalmente il problema dell’attuale regime di Putin, ad esempio, con i Paesi Baltici. Il fatto che possano essere felici tra le braccia di un altro“.
Piaciuta la parabola? Non è finita. Yakovleff ne disegna un’altra per descrivere il rapporto tra Russia e Ucraina ma, soprattutto, si lancia in un’altra profezia sul dopo-Putin, delineando uno scenario a dir poco esplosivo per il futuro della Russia, con annesse conseguenze globali.
Il rapporto tra la Russia e l’Ucraina: la parabola di Ivan e Natasha
Riprendiamo dal rapporto tra la Russia e l’Ucraina. Protagonista è ancora una volta Ivan, questa volta insieme alla sua “sorellina Natasha“. “Lei“, spiega il tenente generale, “è molto semplice, ma lui prova dell’affetto per lei“. Ma ad un certo punto le cose in casa non vanno come sperato: Natasha lascia Mosca, sceglie la provincia, dove la vita è meno cara, dove potrà coltivare patate con maggiore tranquillità. Ma la difficoltà non è eterna: tutto passa. Ivan allora telefona alla sorella e le comunica la buona notizia: “Ora puoi tornare a casa”. Imprevisto: la piccola Natasha risponde ad Ivan che ormai sta bene dov’è, ha la sua vita, le sue cose, di tornare a Mosca non ha alcuna intenzione. A quel punto, spiega Yakovleff, “Ivan si insospettisce. Così va a cercarla, la spia di notte e vede che vicina alla dacia di Natasha ci sono quelle di Alfred, Joe, Helmut“. E la ragazza, “<…
28 commenti su ““La Russia dritta verso il collasso”. La NATO e il dopo-Putin: 6000 testate nucleari e “l’inferno in vista”. La profezia del generale Yakovleff, ex numero 2 dell’Alleanza in Europa”
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Grandissimo Diario! Grazie infinite per essere un giornalista serio.
Sempre troppo buona! E sai che ufficialmente giornalista non sono!
Analisi certamente interessante quella di Yakovleff
quanto mai nel finale dove motiva le possibili conseguenze di un collasso russo..
Da piemontese ho sempre avuto un debole per la Francia 🇫🇷 😊
Grazie Dario !
Grazie sempre a te per i tuoi commenti!
Grazie per aver riportato questa preziosa intervista!
A te Davide per averla apprezzata!
Grazie per questa lettura interessante. Sinovad ora su i vari media solo paccottaglia. Fel7ce di avet sottoscritto abbonamento! Buon lavoro.
Grazie a te per queste parole così belle!
Ottimo articolo e perfetta la parabola di Ivan. Io sono del parere che bisognava dare all’Ucraina tutte le armi che chiedeva già da tempo. La russia deve essere sistemata una volta per tutte. Sono cento anni che minaccia il mondo con la sua miseria..anche basta.
Grazie mille Omar!
Molto interessante. Sono contento di averti dato il mio sostegno. Continua così.
Grazie mille per queste parole Diego, non sai quanto fanno piacere. Ps: ce la metto tutta!
Ho visto il video e anche quello su come potrebbe finire la guerra. Veramente interessante. Grazie Dario. Molto contento di essermi abbonato.
Grazie a te Nunzio, parole che fanno bene al cuore!
ottimo lavoro.. non ho visto nulla sui media italiani relativamente a questa intervista..
Grazie mille! Ebbene sì, totalmente ignorata dai nostri media, purtroppo.
Bravo Dario, fai un lavoro prezioso e io ti sosterrò con determinazione. Cerco anche di far girare il tuo lavoro sui social, perché più gente possibile possa leggere le tue analisi e le notizie che diffondi. In giro non se ne trovano di questa qualità. Grazie!
Commosso da tanto apprezzamento e da tanto impegno…grazie mille Francesco!
Ma quante ne so dopo che ti ho conosciuto!?! 😉
Ahahahahahah grazie mille!
Come sempre, un punto di vista che non si trova da nessun’altra parte. Continua così !!
Grazie Ottavio! Ce la metto tutta, promesso!
Ne è valsa la pena lavorarci 2 giorni! Complimenti Dario, dopo aver letto il thread su Twitter dell’articolo, ho deciso di iscrivermi al tuo blog!
Continua così!
Che bella notizia, Paolo! Grazie mille! Ps: ce la metto davvero tutta!
Sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta nell abbonarmi al tuo blog. Tu caro Dario offri una informazione di estrema qualità e ci dai quell occhio sul mondo che l’informazione italiana non fornisce. Grazie !
E tu caro Mauro hai reso migliore la mia giornata con questo commento. Grazie a te!
Complimenti Dario! Sono felice di averti trovato, finalmente una fonte di informazioni accurata e appassionata, grazie!
Grazie a te per queste bellissime parole Alessandro!