GRANDANGeLO. Zelensky vola a Roma, Salvini resta a casa. Nell’album di famiglia solo la maglia di Putin

Immaginate la scena. Volodymyr Zelensky atterra all’aeroporto di Ciampino. Ad accoglierlo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che lo “scorta” al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In una Roma blindata, un automobilista della Capitale si sporge dal finestrino, allunga il braccio verso gli agenti che presidiano la zona, poi urla: “Ahò, io devo annà a lavorà! Li mort…“. Soprassediamo. Avete ragione, in effetti fino a qui non c’è bisogno di troppa fantasia. Ma poi la scena si sposta al Colle.
Schierati in cortile, prima che Zelensky e Mattarella si chiudano la porta alle spalle, tutti i leader dei maggiori partiti italiani non stanno nella pelle. C’è chi si aggiusta la pochette, chi si tocca i capelli, chi rifinisce il nodo della cravata. Ma eccoli, davvero tutti, dal primo all’ultimo, felici ed orgogliosi di stringere la mano al presidente ucraino, al rappresentante del mondo libero che si erge contro l’aggressione dei totalitarismi. Clic, clic, clic. Sono i flash dei fotografi, i sorrisi dei presenti. Due minuti, non di più. E adesso continuino pure gli incontri istituzionali.
Fermi, fermi, fermi tutti. Cessi il sogno di vivere in un Paese normale. Il sogno di cui sopra non si materializzerà. Che poi, pensandoci bene, cosa si vuole pretendere se Matteo Salvini, che qualche diritto di presenziare in qualità di vicepremier lo avrebbe pure, preferisce all’incontro con Zelensky l’idea di “restare in famiglia“? Nessun impegno ufficiale, badate, se si esclude la stanchezza di un imperdibile comizio, ieri sera, in quel di Cinisello Balsamo.
La Lega, in queste ore, si affanna a precisare: non è scelta politica, trattasi di protocollo. Tajani, dicono, sarà lì soltanto nelle vesti di titolare della Farnesina, non di “numero due” di Meloni. Eppure l’impressione è che i cultori dell’etichetta avrebbero tollerato la presenza di un ministro in più per una foto di rito.
A meno che non sia questo il punto. Ovvero che sia Salvini a non volere lo scatto con Zelensky.
Sono scelte. C’è chi nell’album di famiglia desidera solo la foto in Piazza Rossa. Oppure gradisce che la sua immagine rimanga associata a quella di Przemysl, con un sindaco polacco intento ad agitargli sotto il naso la maglietta di Vladimir Putin.
Come sarebbe bello essere smentiti. Registrare la presenza del leghista nella Capitale, la corsa all’ultimo minuto che salva la faccia (sua, e in parte quella del Paese). Hai ancora qualche ora, Matteo. Pensaci, ma non troppo. Dovresti solo correre, andare a stringere la mano, di un Capitano vero.
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3 commenti su “GRANDANGeLO. Zelensky vola a Roma, Salvini resta a casa. Nell’album di famiglia solo la maglia di Putin”
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Anche questa nel fediverso 😜😉😎
Ahahahahah grazie!