Retroscena Terzo Polo: Calenda temeva la “congiura”. La mossa del leader di Azione prima della riunione con Renzi
Occorre una certa quantità di coraggio per chiedere oggi ai parlamentari del Terzo Polo quanto durerà la tregua siglata ieri a Palazzo Carpegna. Ne capirete il motivo leggendo l’articolo intero. Ma è tutto già abbastanza chiaro osservando i pontieri, usciti vincitori dall’estenuante partita quando questa sembrava finita, eppure incapaci di spargere sorrisi, ventate d’ottimismo vero. Che poi un saluto – e più di preciso il “ciao” andato in scena tra Calenda e Renzi – si saluti (e scusate il gioco di parole) come evento epocale, è proprio indicativo dello strapiombo in cui erano precipitati i rapporti (assenti) tra le parti.
Al punto che, e questo è un retroscena abbastanza succoso, una delle mosse nelle scorse ore diffusamente interpretate come “atto distensivo” o “segnale di fumo“, celava in realtà la pressoché totale mancanza di fiducia fra i protagonisti di questa storia. Per capire, come spesso accade, bisogna prima fare un passo indietro. Ripercorrere cioè la serie di dichiarazioni firmate Matteo Renzi all’immediata vigilia del summit decisivo tra Italia Viva ed Azione, e quelle del suo contraltare capitolino.
Mentre la capogruppo al Senato dei renziani, Raffaella Paita, anticipa l’intenzione di mettere ai voti un documento che prescriva lo stop agli attacchi personali e il percorso condiviso verso una lista comune alle elezioni europee, l’ex premier annusa odore di colpaccio. Calenda non sarà forse contento di scoprirlo – e con ogni probabilità lo negherà – ma è da settimane che dirigenti azionisti di varia caratura inviano messaggi alla controparte. Segnalando malcontento, invitando ad un’azione (con “a” minuscola) decisiva nei confronti di una leadership indigesta.
Non risulta a questo Blog che Renzi sia effettivamente caduto in tentazione, ma le dichiarazioni a ridosso della riunione, quelle in cui per la prima volta sostiene apertamente che “forse la leadership di un partito non è il lavoro più adatto alle sue caratteristiche“, vengono interpretate come un segnale. Calenda capta la volontà di una messa in discussione complessiva, annusa il rischio di vedere rimescolare – contro la sua volontà – ruoli e assetti. Pronostica l’inizio di una possibile congiura, pur non avendone le prove. Ed in quelle ore organizza la contromossa: Italia Viva presenterà il suo documento? Pure Azione farà lo stesso. Di più: tutto avverrà prima che la riunione abbia inizio, il testo sarà diffuso “urbi et orbi”, così da rendere palese – in caso di strappo – la volontà di Renzi di sfasciare tutto.
Così Calenda serra i ranghi. E nelle premesse del documento fissa tutti i punti che più gli stanno a…