GRANDANGeLO. Lucia Annunziata e l’uso politico di mezz’ora in meno
Da tempo le voci si rincorrono: Lucia Annunziata sarebbe in procinto di candidarsi all’Europarlamento con la casacca del Partito Democratico. Sussurri diventati boatos nella giornata di oggi, un attimo dopo la pubblicazione della sua lettera di dimissioni dalla RAI.
Interpellati da chi scrive, vertici dem, italiani e brussellesi, negano con forza l’ipotesi di un approdo della giornalista tra le proprie file. Non ho motivi per credere che mentano, ma nemmeno per pensare che una conferma di tali rumours potesse arrivare proprio nelle ore in cui Annunziata dice addio (o arrivederci?) alla tv di Stato. Occorre un certo periodo di tempo per far decantare una scelta pesante, lo strappo di una della giornaliste più potenti – aggettivo scelto con cura – del piccolo schermo.
Nella missiva indirizzata ai dirigenti RAI, Annunziata scrive di operare la propria scelta “senza nessuna lamentela personale“. Guizzo di eleganza, purtropo svanito nel periodo successivo: “Giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni“. Un caloroso invito a prendere atto del vuoto appena lasciato in azienda: ma nella vita lo stile è importante, a maggior ragione nel giorno dei saluti.
Nel frattempo, mentre su molti giornali (e dentro alcuni partiti) prende vita il deprimente tentativo di dipingere Annunziata come martire del servizio pubblico, altra presunta “vittima” illustre (come Fabio Fazio) del nuovo corso meloniano, onestà impone tre piccoli appunti.
Il primo: il programma di Annunziata non ha subito censura, ma addirittura ottenuto riconferma anzitempo. Il secondo: chi preventivamente denuncia, come Annunziata, il rischio di una “permanente conflittualità interna sul lavoro“, dovrebbe porsi una domanda e dare qualche risposta. Ad animarla, nei confronti dei nuovi arrivati, è forse pregiudizio? Una risposta affermativa spiegherebbe molti degli atteggiamenti tenuti in trasmissione, per anni, dalla stessa giornalista. Il terzo e conclusivo: l’occupazione degli spazi televisivi di cui viene accusata Meloni non è così diversa da quella attuata in passato da governi di tutti i colori. Continuo a denunciare quanto segue: è un problema che bastino pochi minuti di trasmissione per intuire l’orientamento di chi conduce i talk politici. Il fatto che la Rai meloniana sembri intenzionata a proseguire in questo solco non lascia ben sperare. Eccolo, il vero aspetto preoccupante del nuovo – vecchio – corso. Non di certo che una professionista scelga, in totale libertà, di continuare a fare politica nei luoghi e nelle vesti che ritiene più opportuni. Come del resto ha fatto per anni, ma sfruttando il palcoscenico della tv pubblica. A fare un martire, dopotutto, non è mezz’ora in meno.
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2 commenti su “GRANDANGeLO. Lucia Annunziata e l’uso politico di mezz’ora in meno”
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Commento perfetto!Condivido in pieno. Grazie Dario
Grazie a te Ale!