Giugno 6, 2023

La “fase nuova” della guerra iniziata a Nova Kakhovka: perché le responsabilità sono (ancora) della Russia di Putin – L’ANALISI

L’elegante danza di due cigni ritrovatisi a navigare la piazza di Nova Kakhovka, a pochi passi dal Palazzo della Cultura, dopo la distruzione della diga e della centrale idroelettrica della città. Forse neanche un film di David Lynch avrebbe saputo proporre un contrasto così stridente tra bellezza ed orrore.

L’inondazione che da ore interessa le oltre 16mila persone residenti lungo la riva destra del Dniepr assume i tratti di una mareggiata subdola, di una soffocante morsa capace di strangolare vite innocenti senza procurare rumore. Specchio dei piani del Cremlino: sommergere l’Ucraina e la sua storia, il suo popolo e, se serve, pure la sua terra.

Lecito in queste ore azzardare ipotesi, nella consapevolezza che probabilmente occorreranno settimane per avere le prime risposte certe. Molto meno riproporre schemi di ragionamento triti e ritriti, più o meno racchiudibili nella seguente domanda: “Questa è la guerra: dove andremo a finire, signora mia?“. Andremo a finire dove vorrà fermarsi Vladimir Putin, è la risposta. O quanto meno dovrebbe essere.

Nel corso della riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, al presidente Zelensky è stata sottoposta la seguente versione dei fatti: alle 2:50 di stanotte (ora di Kyiv), Mosca ha scientemente provocato un’esplosione della centrale idroelettrica, agendo dall’interno delle sue stesse strutture.

Mossa criminale, nel vero senso della parola, espressamente vietata dalla Convenzione di Ginevra, contraria alla distruzione di una diga quando questa “può causare il rilascio di forze pericolose e conseguenti gravi perdite tra la popolazione civile“. L’acqua come arma di distruzione di massa: probabile nuova “impresa” targata Putin.

Le due piste: l’attentato russo e l’incidente. Novità in arrivo dagli USA…

L’Ucraina ha già individuato nei rappresentanti della 205esima brigata di fucilieri motorizzati delle forze armate russe, gli stessi che avrebbero soggiornato presso la centrale idroelettrica, i responsabili del sabotaggio. Forse è troppo presto per una diagnosi così precisa: urgono ulteriori approfondimenti prima di stabilire terapia e prognosi. Ma con maggiori certezze si può bollare come fake la versione del Cremlino, con il portavoce Peskov intento a bollare l’accaduto come un “atto deliberato di sabotaggio da parte ucraina volto a privare la Crimea dell’acqua“, e finalizzato a distrarre dalla “balbettante offensiva ucraina“. La stessa che Mosca sostiene di avere già arginato.

Più probabili altri due scenari. Il primo prevede che i russi abbiano preso spunto dai propri manuali di storia militare, sfoderando la tattica, più volte impiegata, nota come “terra bruciata

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