Vertici UE: si tratta. Il ruolo di Macron, il peso di Meloni: i nomi in pole, le possibili sorprese e l’ipotesi “staffetta”

Sussurri, scambi su Whatsapp, passeggiate sotto braccio nei corridoi di Palazzo Europa, un commento davanti alle partite del giorno (gioca il Belgio, e ora la Francia): benvenuti, è iniziata la partita per le nomine dei vertici europei. Prima notizia: è più incerta di quanto le dichiarazioni pubbliche dei protagonisti suggeriscano.
Uno dei giocatori cui tutti guardano è Emmanuel Macron. Il presidente francese è uscito ridimensionato dal voto in Francia. Il suo gruppo politico, Renew Europe, si è alleggerito. Ma l’inquilino dell’Eliseo resta un player imprevedibile: è l’uomo che può tirare fuori il coniglio dal cilindro, che può far saltare il banco. Cinque anni fa bloccò la nomina di Manfred Weber. Si impuntò. E arrivò l’inserimento a sorpresa di Ursula von der Leyen. Oggi le aspettative sul suo conto sono più basse: “Pensa solo alle legislative”, dicono, ma il ragazzo è imprevedibile, gli piace il gioco della politica.
Ma se questo è un campionato, cosa dice la classifica? In zona Champions ci sono quattro candidati favoriti. Sono quelli che sperano di ottenere le cariche di Presidente della Commissione Europea, presidente del Consiglio Europeo, presidente del Parlamento Europeo e Alto Rappresentante per la…