Vicepresidente Tim Walz: tutti i pro e i contro (dal punto di vista elettorale) della scelta di Kamala Harris
Dicono che tra tutti i fattori presi in considerazione al momento della scelta, Kamala Harris abbia infine optato per Tim Walz fidandosi del suo istinto, di ciò che le suggerisce la pelle. Chilometri di campagna elettorale in Minnesota fianco a fianco, i passi rispettosi nei corridoi di una clinica per l’aborto lo scorso marzo, uno sguardo complice durante l’ultimo e decisivo incontro. Nessuno può dire cos’abbia fatto realmente la differenza. Di più: nella migliore delle ipotesi, occorreranno mesi per capire se affidarsi alla “chimica” sia stata o meno una buona mossa.
Ma nel frattempo qualcosa possiamo comunque fare: tentare di mettere insieme le tessere del mosaico, cercare di guardare il quadro da lontano. Tim Walz, da un punto di vista meramente elettorale: perché sì, perché no.
Il fattore anagrafico. La tenuta del Partito. L’impatto sulla mappa elettorale. Come potrebbero attaccarlo i Repubblicani. E chi avrei scelto al posto di Kamala Harris
- Pro: Tim Walz ha i capelli bianchi. Tim Walz ha 60 anni, ma ne dimostra molti di più. Oggi quasi nessuno scommetterebbe qualcosa su una sua corsa alla presidenza nel 2028 o nel 2032. Perché è importante? Perché tiene in pace il partito, perché consente ai Democratici di rinviare la resa dei conti tra i suoi molti (e ambiziosi) astri nascenti a tempi migliori, al prossimo ciclo elettorale. Kamala permettendo.
- Contro: Tim Walz ha i capelli bianchi, ma non è Joe Biden. In queste ore c’è chi vede nelle mosse degli strateghi di Kamala Harris il tentativo di ricalcare lo schema che fu di Barack Obama: un candidato vicepresidente “esperto”, per non dire “anziano”, che aiuti a fugare i du…