Retroscena. Come si sceglie un Vicepresidente: dentro le 72 ore in cui Kamala Harris ha puntato su Tim Walz (e scartato Josh Shapiro)
Racconta David Plouffe, direttore della campagna elettorale più studiata della storia, che Barack Obama sciolse il “rebus vicepresidente” lavorando di immaginazione. Messo alle strette, il candidato alla Casa Bianca chiese agli assistenti tempo per riflettere. Poi chiuse gli occhi, visualizzò la persona che avrebbe voluto al suo fianco nei momenti di possibile difficoltà di una presidenza, e scorse in lontananza la figura di Joe Biden.
Posto dinanzi allo stesso scoglio, l’antico N°2 divenuto nel frattempo Numero Uno si riscoprì titubante. Biden telefonò così al suo ex superiore, chiarì che Kamala Harris gli sembrava la scelta più giusta, ma confidò di essere perplesso per il modo in cui questa lo aveva attaccato nel primo dibattito delle primarie.
Aggiunse di sentirsi preoccupato, disse di temere che Joe e Kamala non avrebbero mai avuto un buon rapporto come Barack e Joe.
Così Obama gli ricordò che pure tra loro la scintilla non scoccò nell’immediato. E che comunque nulla di tutto questo aveva particolare importanza se raffrontato alla portata della sfida: contava battere Donald Trump, puntare sull’opzione più utile allo scopo.
Storie di Presidenti e di Vice, o di aspiranti tali, di retroscena e sliding doors che cambiano le sorti di una campagna, il destino di un Paese. Quella di Kamala Harris non fa eccezione.
Retroscena Kamala Harris: come ha scelto il suo Vice. Le “3 C” come criteri di selezione. La confessione di Tim Walz nel colloquio decisivo. I motivi che hanno frenato l’ascesa di Josh Shapiro. Dentro le 72 ore decisive per la scelta del vicepresidente democratico
La situazione di partenza è nota: il ritiro in extremis di Joe Biden, una campagna da reinventare in tempi stretti, la necessità di procedere a ritmi serrati.
Non è una situazione confortevole per Harris, nota maniaca del controllo, a suo agio nel processo decisionale soltanto se in presenza di una mole elevata di dati.
Raccontano i suoi collaboratori che il percorso segue sempre lo stesso schema: Kamala è solita porre domande, cercare risposte. Poi, quando il ciclo sembra concluso, invoca altri dati, pone nuovi q…