Dietro le dimissioni di Dmytro Kuleba. Voci, ipotesi, scenari
Il commento più velenoso, quello che tra gli ucraini ha sortito maggiore astio, è venuto come di consueto da Mosca. E più precisamente da Maria Zakharova. Alla notizia delle dimissioni di Dmytro Kuleba, e in generale del rimpasto voluto fortemente da Volodymyr Zelensky, la portavoce del ministero degli Esteri russo ha opposto parole pensate per ferire: “È autunno. Le foglie cadono. E i rami si mostrano spogli“.
Obiettivo della dichiarazione raggiunto, almeno in parte, nonostante gli sforzi di Zelensky, da mesi intento a preparare il terreno al più grande stravolgimento nel governo dall’inizio della guerra.
L’ultimo segnale era giunto nelle scorse ore. Anche in questo caso con un richiamo all’autunno.
Dietro le dimissioni di Dmytro Kuleba. Voci, ipotesi, scenari
Il Presidente ucraino aveva definito infatti la stagione alle porte come “estremamente importante” per la causa di Kyiv. Talmente tanto da sottoporre “tutte le istituzioni statali” ad uno stress test nelle intenzioni funzionale al raggiungimento dei “risultati di cui abbiamo bisogno“.
Eppure Dmytro Kuleba non è mai stato un ministro come gli altri.