“Perché adesso”: dentro l’operazione segreta del Mossad in Libano. I 20 grammi che cambiano il futuro della guerra e l’ultima chiamata di Israele prima delle esplosioni

È il ritorno del Mossad. La rivincita dell’intelligence di Israele. Una promessa mantenuta: il 7 ottobre abbiamo fallito. Ma per noi non è la fine, riemergeremo. L’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone, il conseguente ferimento di migliaia di membri di Hezbollah in Libano (e non solo) non è un’operazione terroristica: è una mossa con implicazioni potenzialmente epocali, capace di riscrivere le regole dei manuali di guerra. Non è un atto criminale: è un game-changer in grado di erodere tutte le certezze dell’Asse del Male, di insinuare il dubbio nelle menti di chi vuole ferire mortalmente lo Stato Ebraico. È il successo dell’ingegno, dell’intelligenza israeliana, è un colpo alla rete di comunicazioni del nemico, un’intrusione capace di tarlarne la mente. Ma è anche un indizio su ciò che potrebbero diventare le guerre del futuro, un memento: ogni dispositivo connesso a internet può essere trasformato in arma. Anche il telefono da cui stai leggendo questo pezzo.
“Perché proprio adesso”: dentro l’operazione segreta del Mossad in Libano. I 20 grammi che cambiano il futuro della guerra e l’ultima chiamata di Israele prima delle esplosioni
Per compiere questo pericoloso incantesimo, questa magia estrema, si dice che i servizi segreti israeliani abbiano lavorato per mesi, intrufolandosi nella catena di approvvigionamento di Hezbollah. All’atto pratico, fonti informate sostengono che una volta dentro il sistema, gli 007 di Israele abbiano inserito all’interno di ogni cercapersone una quantità di esplosivo di appena 20 grammi e uno “switch” azionabile da remoto.
