Israele pronto all’attacco in Libano: operazione di terra “imminente”. Si muovono anche gli Stati Uniti. Gli scenari e la “sorpresa d’ottobre”
Parlare di “calma prima della tempesta” non si può. Non più, non adesso. Non dopo che una bufera ha appena travolto per sempre Hassan Nasrallah.
Non nei giorni in cui Israele ha inviato un messaggio chiaro al Medio Oriente e al mondo intero: siamo pronti a difenderci. E per farlo, attaccheremo.
Eppure è difficile trovare un’altra metafora, un’immagine altrettanto efficace, una che sia in grado di descrivere ciò che potrà essere da qui a poco. Da qui a quando i primi carri armati israeliani entreranno in Libano.
Riportando indietro le lancette. Per cambiare il futuro.
La visita inaspettata al fronte. L’ipotesi di un cessate il fuoco che tramonta. Il piano base israeliano e le due mosse da tenere d’occhio degli Stati Uniti. Arriva la sorpresa d’ottobre.
Prime incursioni oltreconfine, a dire il vero, sono già avvenute. A compierle, come da tradizione, sono state le forze speciali di Israele. Raccolte informazioni sulle postazioni nemiche, visitati i tunnel da cui le forze di Hezbollah tenderanno a rifugiarsi, sono tornate indietro, in Israele.
Chissà per quanto tempo ancora.
Poi hanno ricevuto una sorpresa: la visita al confine di Yoav Gallant in persona, ministro della Difesa, amatissimo nello Stato Ebraico.