Incubo di una notte elettorale. Paura Dem: Kamala Harris e il caso di una “vittoria rubata”. Cavilli, azzardi, scenari: tutti i modi in cui Trump potrebbe prendersi (con le cattive) la Casa Bianca
La notte elettorale non è più così giovane. La Casa Bianca è in bilico, appesa ad una manciata di voti in un paio di Stati chiave. E Donald Trump è in testa, nella posizione di uomo da battere che ha caratterizzato gli ultimi mesi della sua campagna. Ma la partita per Kamala Harris non è finita. All’appello mancano ancora i seggi delle grandi città, tradizionalmente blu. Se i Democratici ci credono è perché conoscono la matematica e la storia di quei luoghi: il sorpasso è ancora possibile, ma occorre aspettare.
Eppure dal quartier generale di New York c’è chi pensa l’esatto opposto: è questa l’ora per rompere gli indugi, per dire che è abbastanza. L’inconfondibile sagoma di Donald Trump irrompe sul palco. Il braccio dell’ex presidente si muove verso l’alto, il pugno è chiuso, stretto nella morsa della vittoria. Sulle note di “God bless the USA“, la folla in estasi, a maggior ragione quando Trump si avvicina al microfono collocato sul podio per scandire il seguente messaggio: “Frankly, we did win this election“.
L’America e il mondo hanno già assistito a questa scena ma, sensazione di déjà vu a parte, le somiglianze con il 2020 sono finite. Perché lo sforzo improvvisato di quattro anni fa per sovvertire l’esito del voto è stato sostituito da una pianificazione certosina su più livelli: economico, legale, politico, mediatico. Sono le persone coinvolte direttamente nel processo elettorale a mettere le mani avanti: questa potrebbe benissimo risultare una sessione di war-gaming, Donald Trump è posizionato per vincere le elezioni con le proprie forze. Breve pausa, poi arriva la nota a margine: ma qualora non dovesse riuscirci con le buone, le cattive non sono escluse.
È lo scenario che toglie il sonno ai Democratici. È il percorso stetto, difficile, ardito, che riporta The Donald alla Casa Bianca ad ogni costo. È un piano possibile, concreto, reale.
Incubo di una notte elettorale. Paura Dem: Kamala Harris e il caso di una “vittoria rubata”. Cavilli, azzardi, scenari: tutti i modi in cui Trump potrebbe prendersi la Casa Bianca
Ogni tentativo di sovvertire l’esito elettorale inizia allo stesso modo. E non è un caso che i Democratici ne siano pressoché sicuri: ad un certo punto della notte tra il 5 e il 6 novembre, anche senza un risultato chiaro, Donald Trump si presenterà davanti alle telecamere e rivendicherà la vittoria.
Il team di Kamala Harris non ha ancora lasciato trapelare le proprie intenzioni rispetto ad una possibile contromossa. Esiste una scuola di pensiero temeraria: quella per cui la Democratica non dovrebbe attendere il primo passo del leader Repubblicano. Nel peggiore dei casi, sostengono gli sponsor di questa tesi, dovrebbe presentarsi davanti ai microfoni pochi minuti dopo, dichiarandosi a propria volta vincitrice della serata.
Difficile che ciò accada.
Non solo per questione di stile, ma pure per contingenza istituzionale: Harris, in qualità di Vicepresidente, sarà chiamata a svolgere un ruolo attivo (per quanto cerimoniale) nella certifica…
Un commento su “Incubo di una notte elettorale. Paura Dem: Kamala Harris e il caso di una “vittoria rubata”. Cavilli, azzardi, scenari: tutti i modi in cui Trump potrebbe prendersi (con le cattive) la Casa Bianca”
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…E intanto in Europa…Putin attaccherebbe gli stati baltici come hors d’oeuvres….😠😡