3 Novembre 2024

“Operazione Pennsylvania”: la strategia di Harris, l’assedio di Trump, i seggi chiave. Viaggio nelle contee che decideranno la corsa alla Casa Bianca

Al giornalista del New Yorker che lo intervista, Scott Sauritch oggi giura: “Io sono stato un democratico“.

È il mese di giugno del 2016 quando monta in auto e guida per mezz’ora verso Pittsburgh, soltanto per ascoltare ciò che Hillary Clinton ha da dire in una sala del suo sindacato dell’acciaio.

La persona che aspira a diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti – ragiona – parlerà alla gente come lui, illustrerà i suoi piani per rilanciare l’industria siderurgica, snocciolerà le misure pensate per sostenere la working class che ha reso grande la Pennsylvania e l’America. Quella che da tempo sperimenta un senso di abbandono, di messa ai margini, di inesorabile declino.

Eppure Hillary parla ormai da un po’ di tempo, ma minuto dopo minuto, frase dopo frase, lo stato d’animo di Scott Sauritch non è quello che il diretto interessato avrebbe sperato. L’intervento della democratica è incentrato pressoché totalmente su Donald Trump.

Hillary spiega ora perché, dal suo punto di vista, il leader dei Repubblicani sia “inadatto” per la presidenza; indugia sui suoi difetti caratteriali, lo definisce un pericolo per la democrazia americana. E sarà anche tutto vero, pensa Scott, ma non è ciò che oggi avrebbe voluto ascoltare.

Adesso il comizio è terminato. Hillary stringe molte mani, non quella di Sauritch. L’uomo è in piedi, più distante, alza la voce per attirare la sua attenzione: “Ehi, Hillary!“. Lei si volta, poi si sente di dire: “Sono il presidente del sindacato, abbiamo davvero bisogno del tuo aiuto!“. Clinton risponde in maniera brusca: “Oh, vi aiuterò“, poi si gira e lascia il raduno.

Nel novembre di quell’anno, nonostante la delusione, Scott dice di aver votato comunque per Clinton. Ma oggi, otto anni dopo, le cose sono cambiate: “Non mi interessa di ciò che dicono i sindacati. Questa volta voterò per Donald Trump“.

La sua storia è la storia di migliaia di persone, è la sintesi di una tendenza che rende la Pennsylvania, un tempo roccaforte democratica, lo Stato in bilico più incerto della mappa, quello che con un bottino di 19 Grandi Elettori deciderà il prossimo inquilino della Casa Bianca.

Il Blog ha pensato per i suoi lettori un pezzo diverso. Un “reportage” che raccolga testimonianze esclusive, immagini provenienti dai luoghi che decideranno il vincitore dello Stato, senza rinunciare ad una buona dose di matematica elettorale.

E allora: dov’è più forte Donald Trump? In quali contee deve vincere Kamala Harris per sperare di conquistare la vittoria? Quali strategie stanno mettendo in atto le due campagne? E qual è lo stato dell’arte, a poche ore dal voto?

Pittsburgh, Pennsylvania

Nei quartieri residenziali che circondano Pittsburgh, nella contea di Allegheny, i colori autunnali sono stati puntuali pure quest’anno. Ma fingere che il 5 novembre sia una giornata come le altre è un lusso che a queste latitudini non è concesso.

Franklin Park, suburb di Pittsburgh, pochi giorni fa

La vita di comunità ruota da mesi attorno alla sfida il cui esito promette di cambiare il corso dei prossimi anni. Non solo in America.

Succede anche nelle app di quartiere, quelle di norma utilizzate per informare i vicini della presenza di un orso o per trovare un idraulico quando serve. C’è chi si offre per accompagnare al seggio chi da solo non potrebbe andare. “Ma soltanto Repubblicani“, ha specificato uno di questi giorni l’autore di uno degli annunci. In casi come questo, i commenti si infiammano: “Cerchiamo di lasciare che almeno questo posto non diventi un luogo di divisioni“, gli ha risposto qualcuno.

Nell’attesa che mette a dura prova pure i nervi dei più tranquilli, ognuno trova il proprio modo per saggiare l’aria, per capire da che parte tira il vento. Anche i forni hanno il loro. Fra i biscotti con i volti dei due candidati, a nord di Pittsburgh, è in testa tra i più venduti quello di Kamala Harris.

Uno dei dolci venduti in questi giorni nei forni della Pennsylvania

La strategia di Harris, l’assalto di Trump, i seggi chiave. Viaggio nelle contee che decideranno la corsa alla Casa Bianca

D’altronde è proprio qui, nei “suburbs” abitati per gran parte da laureati e benestanti, che la Vicepresidente ha l’ultimo tiro, quello da non sbagliare, da mandare a canestro. Fra le 67 contee che attraversano la Pennsylvania, Allegheny è per i Democratici profumo di casa.

Nel 2020, Joe Biden si è imposto su Donald Trump con uno scarto di circa 20 punti, incassando 60mila voti in più rispetto a quanto fece Hillary nel 2016. Se Harris spera di conquistare la Casa Bianca, dovrà ricalcare i numeri del suo Presidente.

Perché è vero che i livelli di popolarità di questo inquilino della Casa Bianca sono precipitati, e lo è pure che la notizia della nomina di Kamala Harris alla guida del ticket democratico ha sprigionato livelli di energia che il Partito non sperimentava dai tempi di Obama. Ma Joe Biden si presentava quattro anni fa con il curriculum del perfetto anti-Trump in Pennsylvania.

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