27 Novembre 2024

“Preparazione”. Difesa civile, bunker, sopravvivenza: come la Germania immagina il cigno nero di una guerra. L’allarme degli 007 di Berlino, l’esempio dei Nordici, i ritardi dell’Italia

Alla Camera di commercio di Amburgo non serve avere tra le mani il programma del giorno per capire che è Jörn Plischke, tenente colonnello e capo del comando regionale tedesco, l’ospite d’onore, l’uomo di cui i capi d’azienda, accorsi in massa, attendono con trepidazione le parole.

Tenente colonello Jörn Plischke

Perché un conto è venire al corrente della stesura di un documento strategico della Repubblica Federale, oltre 1000 pagine top secret – ad eccezione di un titolo non così fantasioso: “Piano operativo Germania” – ben altro è confrontarsi con un ufficiale in carne ed ossa, un signore che in tempo di guerra avrà la responsabilità di guidare centinaia di soldati. E plausibilmente di verificare che le necessarie misure di emergenza vengano effettivamente adottate dalle aziende che oggi si ritrova ad istruire, a formare.

Eppure c’è dell’altro. C’è che in Germania, da qualche tempo, si respira un’aria strana.

Olaf Scholz, per dire, nelle ultime settimane è stato particolarmente attivo: la telefonata a Vladimir Putin, per l’irritazione di molti colleghi occidentali e di Volodymyr Zelensky; poi l’attacco frontale ai suoi prossimi avversari elettorali, il leader della CDU, Friedrich Merz, e quello dei Verdi, Robert Habeck, accusati di essere “teste calde” – eufemismo sostitutivo di “guerrafondai“, nelle intenzioni del leader socialista. E infine l’affermazione di un concetto: fino a quando nell’ufficio del Cancelliere ci sarò io, i missili a lungo raggio tedeschi, i Taurus, non saranno consegnati a Kyiv. Nuova traduzione: Berlino sarà al sicuro.

Olaf Scholz

Clima da campagna elettorale? Certo. Ma pure parole da leggere in controluce, sullo sfondo di una consapevolezza mutata, maturata a livello di apparati statali, ormai da mesi alle prese con una riorganizzazione vissuta come non più procrastinabile, visti i tempi.

Quella, per intenderci, che ha portato alla realizzazione di un altro documento, questa volta più stringato (solo 67 pagine) e già reso pubblico: in cui Berlino delinea la prospettiva di uno stato di guerra, in cui la Germania si immagina sottoposta ad attacchi aerei quotidiani, al cospetto del cigno nero di un conflitto in piena regola, costretta ad una difesa totale.

I piani per i cittadini in caso di guerra. Lo scenario di “difesa totale”. L’ultimo alert dell’intelligence tedesca sulle intenzioni russe. L’esempio dei Paesi Nordici e i ritardi dell’Italia

Nello scenario in questione, i cittadini vengono invitati candidamente a “non aspettarsi che l’assistenza organizzata dallo Stato possa essere fornita immediatamente ovunque“. Perifrasi che fa da preludio ad un altro messaggio: i tedeschi dovrebbero essere “pronti ad aiutarsi da soli in prima istanza“.

E ancora: esiste la possibilità che lo Stato fallisca l’obiettivo dichiarato – garantire alla popolazione un pasto caldo “per un certo periodo di tempo“. Per questo i cittadini dovrebbero valutare la realizzazione di una “scorta alimentare privata“, capace di scollinare un periodo di emergenza di 10 giorni.

Messaggi schietti, quasi brutali, sul tono di quelli spesso e volentieri indirizzati dal ministro della Difesa, Boris Pistorius, nonostante tutto politico più popolare di Germania. È lui, ad esempio, il principale artefice del progetto di rifor…

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