13 Dicembre 2024

Alta tensione a Teheran, paura e conflitti interni: Khamenei teme la “maledizione” degli Assad. Il messaggio in codice di Netanyahu. Trump e la spinta per un “regime change” in Iran

Al netto di tutti i tentativi di ridimensionare l’accaduto, di far passare la fine di Bashar al-Assad come un fatto locale – un dispiacere, sì, ma pur sempre un problema dei siriani – è come se d’un tratto le notti di Teheran si fossero allungate. Che sia in un bazar del centro, all’uscita di una moschea di periferia, perfino in una trasmissione della tv di Stato, poco cambia: i sussurri che un tempo formavano il sentire comune della nazione iraniana adesso promettono rabbia.

Così è inevitabile che il sentimento del popolo abbia ripercussioni pure sulla leadership della Repubblica Islamica, minandone la compattezza, oltre che le poche certezze rimaste.

Tensione nel regime di Teheran: conflitti interni dopo il collasso dell’alleato siriano. Khamenei teme la “maledizione” degli Assad. Il messaggio in codice di Netanyahu. Trump e la spinta per un “regime change” in Iran: i dettagli

Fonti ben informate riferiscono a questo riguardo l’esistenza di una profonda spaccatura, di certo già presente all’interno degli apparati iraniani, eppure allargatasi nelle ore immediatamente successive alla caduta del dittatore di Damasco.

Conseguenza inevitabile dell’attività più diffusa da un po’ di giorni a questa parte: ovvero la caccia al colpevole, al responsabile del fallimento della strategia iraniana, all’uno – o ai tanti – che hanno assistito inermi a quello che viene vissuto come il declassamento di Teheran, da potenza regionale a Stato fra tanti.

Tra i possibili capri espiatori dell’ultima umiliazione subita dagli ayatollah potrebbe esservi Esmail Qaani, comandante delle Forze Quds, accusato di non ave…

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