17 Dicembre 2024

Gli ultimi inganni di Bashar al-Assad. Il salvataggio di Putin (pensando a Gheddafi). La “pugnalata” al fratello Maher. Il tradimento dei fedelissimi in attesa e la fuga da palazzo

C’è chi crede che se oggi Bashar al-Assad sia ancora vivo, in Russia, circondato da moglie e figli, lo debba – almeno in parte – a Mu’ammar Gheddafi.

Si dice che Vladimir Putin sia stato a lungo tormentato dai filmati dell’uccisione del dittatore libico, che abbia sviluppato nei loro riguardi una sorta di malsana ossessione, e che abbia studiato, frame dopo frame, la furia cieca degli insorti, il modo in cui il Colonnello si accingeva a lasciare il mondo. Troppo lento nella resa, colto in fallo per aver coltivato la pretesa di asserragliarsi nella sua ultima roccaforte. Ed infine brutalizzato, linciato a morte.

Gli ultimi inganni di Assad: il salvataggio di Putin (pensando a Gheddafi). La “pugnalata” al fratello Maher. Il tradimento dei fedelissimi in attesa e la fuga da palazzo

Così, sostengono ora i fautori di questa tesi, per quanto Putin non lo abbia mai amato particolarmente, per come dai colloqui di lavoro non sia mai nato un rapporto personale forte, l’uomo del Cremlino mai avrebbe permesso che Assad andasse incontro ad una fine atroce. Per alcuni gesto di rispetto, per altri ragionamento proiettato verso sé stesso, volto quasi ad esorcizzare il fato, a stabilire una sorta di galateo, a dire che al leader di un Paese – pure nella peggiore delle ipotesi – debba sempre essere concessa una via di fuga dignitosa.

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