18 Dicembre 2024

Dietro l’uccisione del generale Kirillov: una storia di spie. Terrore a Mosca tra i generali di Putin. Il riscatto dello 007 di Kyiv e la competizione tra agenzie di intelligence

Si dice che Volodymyr Zelensky abbia dubitato della competenza dei suoi servizi segreti una sola volta.

Nell’immediatezza dell’attacco russo, posto di fronte al fatto che gli 007 americani, nonostante la distanza, ne sapessero più dei suoi.

Dopotutto era stata Washington, giorni prima, a mettere in guardia il mondo: “Vediamo segnali di un’invasione“. E Kyiv a smentire, a tenere il punto, forse ad ingannarsi un po’.

Tempo dopo, a bocce più ferme, sarebbero stati proprio gli americani a chiarire il tutto, a scagionare i colleghi ucraini, ad ammettere che non avevano particolari colpe. Ascoltavano sì conversazioni tra agenti segreti russi, sì tra militari di alto rango, e riportavano il tutto. Il problema era uno solo: che le fonti intercettate, per quanto di livello, non erano tra le pochissime a conoscenza dei piani di Vladimir Putin.

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