Xi ai raggi X. Report del Pentagono sui piani della Cina: le 5 opzioni per prendere Taiwan, i 5 punti deboli dell’esercito del Dragone, il dilemma sul “first strike” di Pechino
C’è un motivo se l’ultimo documento pubblicato dal Pentagono ha attirato l’attenzione degli addetti ai lavori, se i parlamentari americani più ferrati in materia di difesa e sicurezza nazionale, ormai da giorni, non fanno che confrontarsi con gli esperti di Arlington, chiedendo se le 182 pagine recapitate nei loro uffici a Capitol Hill, quelle che descrivono in dettaglio sviluppi strategici e militari conseguiti da Pechino negli ultimi 12 mesi, siano in effetti così preoccupanti come pure loro credono di aver intuito.
Nemmeno il fatto che il report in questione sia diventato una sorta di tradizione natalizia, un appuntamento rituale, ha lenito il turbamento degli esponenti politici più consapevoli. Chi ha avuto la pazienza di mettere a confronto il rapporto del 2024 con quello dell’anno precedente, di annotare punto per punto i progressi registrati da quello che a Washington viene ormai da tempo riconosciuto come “unico concorrente” capace di sfidare la leadership americana nel mondo, ha infatti ricavato uno scenario fosco, ovvero nitido sulle intenzioni di Pechino, sul livello di minaccia incarnato dal Dragone.
Si spiega così l’apprensione di queste ore, la certezza che le sirene d’allarme che i vertici della Difesa fanno risuonare da tempo non siano un’esagerazione.
Certo, i pilastri fondamentali della strategia cinese sono invariati. La Repubblica Popolare mantiene il suo obiettivo principale, riassunto nella formula del “grande ringiovanimento della nazione cinese“, traducibile nell’ambizione di assicurare la “grandezza duratura” al Paese, e da perseguire tassativamente entro il 2049, centenario della sua fondazione.
Obiettivo legittimo, se non fosse che il Partito Comunista non si nasconde un fatto: raggiungerlo nella forma intesa da Pechino finirà per creare tensioni, per pestare i piedi a tanti. La Cina, è la previsione, si troverà nella condizione di attraversare stravolgimenti epocali, forse mai sperimentati in passato. E proprio per questo occorre prepararsi.
Farlo significa garantire che lo strumento militare resti al passo di ambizioni che agli occhi degli avversari sono già sfrenate. Possibilmente senza ostentare forza, ma lavorando sottotraccia. Pure così si …