L’ultima esercitazione. Prove di crisi negli USA: dentro la riunione a porte chiuse che ha ipotizzato lo scoppio di un’emergenza negli Stati Uniti. I 2 scenari e il giallo del grande assente

È stata una delle lezioni più importanti che l’America ha appreso sulla propria pelle dopo l’11 settembre.
L’impossibile non esiste, il Male può bussare alla porta di casa in ogni momento. E può sfondarla, quella porta, se non sei abbastanza attento, se non ti abitui a pensare al peggio.
È da qui che è nata una delle tradizioni più delicate del trasferimento di potere: mentre si svuotano gli armadietti e si riempiono gli scatoloni, quando ancora le foto del vecchio Presidente sono appese alle pareti, una riunione a porte chiuse viene convocata dall’amministrazione uscente.
Serve a garantire che il passaggio verso il nuovo non si riveli un salto nel burrone.
Ed in parte a diminuire la percentuale di rischio che sempre caratterizza il periodo di interregno: la fase in cui una grande potenza è più fragile per eccellenza.
Quella in cui i suoi nemici sono maggiormente tentati di metterne alla prova la prontezza.
L’ultima esercitazione. Prove di crisi negli USA: dentro la riunione a porte chiuse che ha ipotizzato lo scoppio di un’emergenza negli Stati Uniti. I due scenari e il giallo del grande assente
Si dice che proprio questo vertice sia stato uno dei chiodi fissi di Joe Biden nelle ultime settimane della sua presidenza. Privato del finale di partita che avrebbe desiderato, il leader Democratico ha promesso a sé stesso che avrebbe quanto meno fatto di tutto per lasciare al sicuro l’America.

Così il suo team di Sicurezza Nazional…